Lollobrigida (Adm) al Forum Fair 2025: “Comunicare meglio per cambiare narrazione negativa sul settore’

Dal riordino del gioco pubblico agli investimenti degli operatori ecco come secondo il direttore giochi Adm, Mario Lollobrigida, deve cambiare l’immagine del settore.

Ripensare l’informazione sul gioco pubblico per cambiarne la narrazione anche grazie al riordino del settore dove sono previsti investimenti in comunicazione per gli operatori. Il direttore giochi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Mario Lollobrigida, è intervenuto nel corso del Forum 2025 della Fondazione Fair in corso di svolgimento oggi a Roma presso il Montecitorio Meeting Center.

L’evento rappresenta il primo Osservatorio annuale sul Gioco Responsabile in Italia, un momento di confronto tra istituzioni, operatori, esperti e mondo della ricerca sui temi della tutela dei giocatori e della sostenibilità del settore. Sarà un momento centrale dell’attività di Fondazione Fair, che promuove cultura, innovazione e responsabilità nel gioco, con l’obiettivo di contribuire a un dibattito pubblico più consapevole e costruttivo.

Secondo Lollobrigida “serve un cambio di prospettiva con la necessità di ripensare l’informazione sul gioco pubblico, andando oltre la narrazione esclusivamente negativa che negli ultimi anni ha dominato il dibattito pubblico. Al centro c’è il ruolo dello Stato nel coordinare risorse, comunicazione e responsabilità, senza minimizzare i rischi ma riportandoli entro una cornice di proporzionalità e dati”.

Cruciale, in questo senso il riordino: “Nella riforma c’è un budget di circa 6-7 milioni di euro destinato alla gestione centralizzata delle attività di prevenzione e comunicazione sul gioco responsabile. Una somma che dovrà essere impiegata in modo coordinato, chiamando in causa anche i concessionari che già oggi investono autonomamente ma in maniera disomogenea. Gli investimenti vengono fatti in campagne informative e materiali divulgativi ma vanno strutturati in maniera unitaria e non come prima”.

Serve un cambio radicale nella comunicazione: “Agcom sarà chiamata a definire linee guida chiare e aggiornate sulle modalità con cui il settore dovrà comunicare i temi legati al gioco responsabile. Tuttavia l’intervento deve essere più ampio e deve riguardare una comunicazione istituzionale meno allarmistica o estremizzata ma modificando il linguaggio e a chi si rivolge. L’informazione oggi diffusa sul gioco pubblico offre un’immagine “solo negativa”, incentrata quasi esclusivamente sul rischio patologico, spesso rappresentato in maniera esasperata e non coerente con i dati ufficiali. L’esperienza del sistema di monitoraggio “SOGEI – Gioco Online Live” fotografa comportamenti e dinamiche reali, restituendo un quadro complesso ma non sovrapponibile alla percezione emergenziale narrata negli ultimi anni. I dati, osserva, delineano una dimensione di rischio che deve essere affrontata, ma non giustificano la rappresentazione del settore come un’emergenza sociale generalizzata”.

Riordino cruciale, dall’online al fisico: “Il modello dell’igaming va esteso anche al gioco terrestre. Lo Stato ha imposto ai concessionari un set articolato di obblighi comunicativi e operativi. Una parte rilevante delle attività deve essere destinata all’informazione, con campagne coordinate e riconoscibili sul gioco responsabile, mentre la restante riguarda un controllo continuo e proattivo dei comportamenti dei giocatori. Non si tratta di prevenzione generica, ma di un presidio capace di costruire un rapporto costante con l’utente: monitoraggio dei segnali di rischio in tempo reale, analisi dei profili di spesa, osservazione delle abitudini di gioco e interventi diretti quando emergono comportamenti anomali. È un sistema che permette non solo segnalazioni e messaggi informativi, ma anche l’attivazione di canali di ascolto e l’orientamento verso percorsi di cura, finora difficilmente praticabili”.

Complesso replicarlo sul fisico dove i profili dei giocatori rischiano di essere più sfuggenti e meno tracciabili. Su questo la tecnologia può aiutare: “Servono nuovi criteri di identificazione, sistemi di monitoraggio adeguati al contesto terrestre e canali di relazione che consentano ai concessionari di instaurare un rapporto più diretto con chi gioca. L’amministrazione sta già studiando nuovi “tool” per colmare questo divario, consapevole che senza una forma, anche limitata, di riconoscimento dell’utente, il modello non può funzionare”.