L’Unione Europea sta analizzando alcuni movimenti anomali nei ranking del popolare motore di ricerca Google che avrebbe penalizzato i siti di informazione che ospitavano link di gioco e affiliazione.
Alcuni siti di informazione potrebbero essere stati declassati sui motori di ricerca di Google per aver trattato contenuti di gioco con link di affiliazione. Almeno secondo un’ipotesi dell’Unione Europea che ha avviato un’indagine in merito dopo un attento monitoraggio. In pratica l’organo esecutivo dell’Ue ha scoperto che il principale browser del web ha assegnato una priorità molto bassa ad alcuni contenuti creati con inserzionisti e sponsor che, dopo l’analisi in questione, non risultavano più visibili nei risultati di ricerca.
A fare notizia nel settore del gioco è il trattamento riservato ai giornali che collaborano con un marchio o una società di scommesse per offrire offerte esclusive ai lettori e che spesso includono link di affiliazione. Le prove? Il sottodominio della testata sarebbe “declassato a un punto tale che gli utenti non sarebbero più in grado di trovarlo”.
Per i giornali, questa potenzialmente ingiusta “perdita di visibilità e di fatturato” potrebbe essere il risultato della politica anti-spam di Google, ha osservato la Commissione Europea. Tuttavia l’indagine esaminerà solo i contenuti commerciali forniti da terze parti, non l’indicizzazione complessiva. In ballo potrebbe esserci la violazione del Dma, il Digital Markets Act, con il colosso che avrebbe violato la politica relativa alle “condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie di accesso ai siti web degli editori nella ricerca Google”, ai sensi della normativa in questione.
Il blocco ha sottolineato che le partnership mediatiche con aziende che vendono beni e servizi sono pratiche commerciali normali nel mondo offline e dovrebbero esistere anche nel mondo online e essere trattate in modo equo.
Come riportato da Sbc News, Teresa Ribera, vicepresidente della Commissione Europea, ha lanciato l’allarme: “Siamo preoccupati che le politiche di Google non consentano agli editori di notizie di essere trattati in modo equo, ragionevole e non discriminatorio nei risultati di ricerca. Effettueremo delle indagini per garantire che gli editori di notizie non perdano entrate importanti in un momento difficile per il settore e per garantire che Google rispetti il Digital Markets Act“.
Ovviamente Google è innocente fino alla fine dell’indagine che si concluderà entro 12 mesi. Il rischio è che, in caso di violazione del Dma, Google potrebbe pagare una sanzione fino al 20% dei suoi ricavi.






