I consiglieri comunali Simone Verda e Gianluca Marchesini commentano la recente intervista al sindaco di Campione d’Italia Roberto Canesi.
La recente intervista al sindaco di Campione d’Italia Roberto Canesi “lascia confusi in più parti” i consiglieri di Campione 2.0 Simone Verda e Gianluca Marchesini, “in particolare nelle esternazioni sul danno di immagine che avrebbe subito il Casinò dalla corretta e istituzionale attività politica della minoranza e sulle considerazioni fantasiose della sicurezza nel territorio comunale e all’interno della casa da gioco“.
I due consiglieri d’opposizione spiegano che “il danno d’immagine aziendale consiste nella diminuzione della considerazione che hanno i consumatori e gli investitori, o gli utilizzatori di una società in quanto tale pregiudizio è strettamente collegato alla reputazione della stessa. Infatti il modo in cui un’azienda viene considerata e vista dalla collettività con cui viene a contatto quotidianamente ha un’impatto profondo sul suo successo e sulle sue performance produttive. Ancora il danno di reputazione di una società è, prima di tutto, di natura non patrimoniale, in quanto incide sul bene-immagine inteso come la considerazione e l’autorevolezza che un’azienda possiede o si è formata nel tempo in secondo luogo, però, si ripercuote sulla parte economica causando potenziali perdite patrimoniali, che dovranno essere accertate e dimostrate”.
Verda e Marchesini proseguono: “La dichiarazione, non potenziale ma certamente manifesta, del sindaco ‘è evidente che in questi casi la società dovrà perseguire i colpevoli per danno di immagine’ include incredibilmente già la decisione della società (chi nomina il presidente del Casinò si erge appunto a ente decisionale alla faccia della divisione dei poteri) la colpevolezza, prima dimostrata e poi giudicata, da parte dell’organo giudiziario competente per arrivare ad una procedura tutelata e preservata dal sistema giuridico decisa in una frase dal capo dell’Amministrazione di un Comune, certamente un Comune particolare, ma pur sempre un Comune della Repubblica senza nessun super potere, almeno legale.
Al contrario, si pensi come ‘una indiscrezione su un possibile fascicolo aperto dalla Procura’ rilevatesi vera, consistente, grave e devastante ha fatto parlare tutti i media italiani del caso Venditti associandolo al Casinò di Campione. Si poteva evitare? Certamente si! Se una semplice ma soprattutto chiara e corretta e prudenziale oculatezza istituzionale avesse portato ad una presa di posizione negativa verso la risorsa che il nostro sindaco ha definito più volte ‘di alto profilo istituzionale’”.
Rilievi anche sulla posizione di Canesi in materia di sicurezza. “Innanzi tutto il sindaco, che è il responsabile dell’ordine pubblico, dovrebbe sapere che la caserma del nucleo Carabinieri di Campione chiude alle 20.00 per riaprire alle 8.00 del giorno seguente, quindi in un borgo dove è presente una casa da gioco durante la notte non esiste la presenza in loco della forze dell’ordine, se non quelle che arrivano da Como. Il sindaco si è mai domandato se in caso di una rapina in Svizzera le forze di polizia elvetiche decidessero di chiudere le frontiere, come fanno per prassi documentata, e nel contempo avvenisse una crisi, una rapina, un crimine contro la persona a campione cosa succederebbe? Poi, spiace veramente, ma si è costretti ad ricordare al sindaco che un sistema di video sorveglianza, per sua natura, è da posticipo non certo di anticipo, vale a dire che consente di accertare gli eventuali responsabili e le dinamiche di un crimine dopo che lo stesso e purtroppo avvenuto non prima della suo evento. Non può essere sottaciuto che una corretto utilizzo della polizia locale negli orari e nelle mansioni comporterebbe certamente un effetto positivo sul bene pubblico, quale è la sicurezza dei cittadini. Impiegare le unità di Polizia Locale dipendenti e quelle in 557 (da anni sempre gli stessi e mai con bandi di interesse rivolti a tutti gli ex dipendenti dell’area e non), sempre in orari settimanali e quasi mai in serali, notturni o festivi, fra altro, assegnando compiti variegati, porta a evidenti criticità fra le quali la totale e negativa percezione della sicurezza”.
Infine “il recente articolo sul quotidiano La Provincia di un cliente smarrito per ore lascia increduli sulla sicurezza interna della Casa da gioco, dove appare che ogni sorta di allarme sia presente per ‘gioco’.
In conclusione l’arrocco istituzionale non paga verso l’evidente realtà di un Ente sulle pagine di tutti i quotidiani non per la capacità del personale del Casinò, non per le performance aziendali della stessa, non per la sicurezza che meriterebbe a livello interno e verso tutti i cittadini ma per le risorse di quello che viene definito dai media il sistema Pavia nella speranza che non sbarchi sulle sponde del lago di Lugano, che per inciso non è possibile nemmeno lontanamente paragonare a ‘quella del circostante territorio svizzero’”, concludono i due consiglieri comunali.