Fondazione Fair: gioco responsabile e player Under 25, il convegno al Senato

Commissionato dalla Fondazione per l’Ascolto, l’Innovazione e la Ricerca sul Gioco Responsabile (Fair) e condotto dall’Unità di Ricerca in Psicologia Economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è stato presentato oggi, giovedì 11 settembre in Senato lo studio sugli Under 25.

Elena Murelli (Lega): ‘Gioco sì ma responsabile’

“Il gioco rimane sempre un tema d’attualità che mi ha portato in questa sala del Senato a parlare anche di altre dipendenze come la pedopornografia, la droga, in Fentalyn, il web e oggi parliamo di gaming. Il focus odierno è sugli Under 25, un segmento che può incontrare fragilità e quindi esporsi a rischi. Il gioco fisico o online va bene e non lo demonizziamo ma deve essere un divertimento, uno svago e non deve diventare una dipendenza o uno strumento per fare denaro”. Ha esordito così Elena Murelli, Capogruppo Commissione Affari Sociali del Senato e componente dell’Intergruppo parlamentare “Prevenzione e riduzione del rischio”, rappresentante della Lega, per introdurre il dibattito.

Secondo la senatrice Murelli è fondamentale “tutelare le aziende italiane che spesso sono piccole e medie imprese e vengono sfidate a livello europeo da multinazionali e vanno protette. La Fondazione Fair mi ha convinto per il suo impegno sul gioco responsabile in appoggio proprio alle imprese e ovviamente ai players. Abbiamo scelto un metodo solido per seguire i risultati in maniera scientifica per cercare strumenti efficaci di intervento grazie all’Unità di Ricerca in Psicologia Economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: prima capiremo le esigenze e le situazioni e poi come legislatori cercheremo di trovare la giusta metodologia per tutelare i cittadini”.

Giro di ringraziamenti per Elena Murelli a partire “Adm, Agcom e Anci visto che dal punto di vista degli enti locali sono tanti gli amministratori che ci scrivono e che segnalano problemi sociali che si ripercuotono nelle loro realtà e che vanno seguite e supportate”.

A tirare le conclusioni e dare la linea è stata la stessa senatrice: “Ci siamo dati delle priorità e degli obiettivi e tutti vanno coinvolti fenomeno diffuso e va attenzionato visto che l’esposizione è precoce e spesso incontrollata come nel gioco online. Gli strumenti ci sono ma vanno comunicati e diffusi meglio ai giovani e alle famiglie che demandano troppo agli insegnanti. Sposo anche l’orientamento all’educazione civica che ben si collega a quella finanziaria che noi abbiamo lanciato e molti stati insegnano: è fondamentale gestire le finanze sin da giovani e questo può essere molto legato anche all’educazione al gioco responsabile.

Attenzione massima al gioco illegale, troppe limintazioni senza informazione e tutela rischiano di indirizzare i giocatori verso il mercato nero totalmente privo di protezione. Il mercato del fumo e dei tabacchi ha già fatto vedere effetti devastanti in alcuni Paesi dove si è passati alla crescita del 33% del contrabbando. La Fondazione Fair si è impegnata in un percorso comune che unisce ricerca, responsabilità sociale e azione politica. Ringrazio l’Università Cattolica di Milano per la ricerca e i dati sempre più attenti che ci portano a riflettere sul percorso comune che affronteremo insieme”.

Matteo Caroli (Fondazione Fair): ‘Uno sviluppo sano del gioco è nell’interesse di tutti’

Rimarca il necessario sviluppo, unito a una concreta riflessione, di una cultura del gioco consapevole Matteo Caroli, presidente Fondazione Fair e professore ordinario all’Università Luiss Guido Carli: “Giocare con responsabilità e consapevolezza è un tema ormai centrale, ma su cui il passaggio dalle intenzioni ai comportamenti reali è ancora molto complesso da realizzare, e resta fondamentale sia per le persone che per tutte le imprese perché evidentemente una qualità del gioco significa una qualità dell’offerta e il riconoscimento sociale di un ruolo che può essere positivo da parte delle imprese”.

Oggi l’impresa deve, dunque, contribuire alla soluzione delle problematiche sociali, “e la nostra fondazione è un segnale tangibile di questo. La cultura del gioco responsabile deve penetrare in tutto il sistema delle imprese. L’industria del gioco è molto importante, uno sviluppo sano è nell’interesse di tutti”, ha spiegato Caroli.

Edoardo Lozza (Università Cattolica Milano): ‘Ecco i risultati dello studio, il 22% inizia prima dei 18 anni!’

A presentare la ricerca di cui abbiamo già parlato in un’altra news e che può essere scaricata e letta integralmente sul sito della Fondazione Fair, è stato Edoardo Lozza, professore ordinario presso la facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: “Il presidente della Fondazione Fair ha già segnato bene la strada di questa ricerca e dagli obiettivi passerò ai risultati. Abbiamo analizzato gli Under 25 per poi dimensionare il fenomeno del gioco su questa popolazione. La ricerca vuole provare a fornire degli spunti per istituzioni e operatori per fare gioco responsabile.

Che cosa abbiamo fatto? Oggi presenteremo l’aspetto quantitativo della ricerca ma abbiamo anche approfondito quello qualitativo. La rivelazione si è svolta nella primavera di quest’anno. Sul sito della Fondazione troverete tutta la ricerca da scaricare.

Il gioco oggi in Italia riguarda quasi un giovane su due. Il 41% dichiara di aver scommesso denaro negli ultimi tre mesi. Stiamo parlando 1,9 milioni di giovani che giocano e possiamo già dire che il fenomeno è diffuso. A livello socio demografico il gioco riguarda più i maschi che le femmine e c’è un’accentuazione nel Sud e nelle Isole ma eccetto questi dati il fenomeno è trasversale. A spiegare il gioco sono più le caratteristiche psico sociali che quelle socio demografiche.

La predilezione è per i canali online ma resiste il retail al 24% contro il 52% dell’igaming. Il gioco collettivo riguarda 7 giocatori su 3 e il resto lo fa in solitaria. I primi due giochi sono i Gratta&Vinci e le scommesse sportive e questo ci potrebbe aiutare su come intervenire a livello di prevenzione.

Quali sono le differenze tra giocatori e non giocatori? Nei player c’è una maggiore propensione al rischio e lo sottostimano oltre a sottovalutare la perdita del denaro o l’isolamento sociale. Il tema del denaro è coinvolgente e la sua percezione in noi sicuramente orienta.

L’online viene di solito preferito per la varietà dell’offerta ma anche perché offre maggiore privacy e riservatezza e anche qui si inserisce il rischio isolamento. Abbiamo analizzato che se ogni tanto qualcuno perde il controllo e lo normalizza è un serio campanello d’allarme. Un 30% dice che perde il controllo e potrebbe essere una sottostima visto che siamo in una survey e qualcuno potrebbe aver minimizzato.

Quali consigli darebbero i giocatori a chi si avvicina al settore? Sono molto consapevoli di segnalare a chi si avvicina di gestire bene il denaro oltre che giocare per divertimento più che per il guadagno. I non giocatori parlano molto di prevenzione e al secondo posto c’è l’autocontrollo.

Quando hanno esordito nel gioco? Il 37% degli intervistati con gli amici e il 26% da solo ma il dato allarmante è che il 22% ha giocato prima dei 18 anni.

Cosa pensano gli intervistati di gioco responsabile? Per giocare in modo sicuro torna il limite dell’autocontrollo per il 30%. Solo una metà degli intervistati, però, ne ha sentito parlare e c’è molto da fare in tema di awareness. Non sanno più di tanto e non sanno spiegare bene. Prima di ingaggiare una comunicazione efficace è preferibile decostruire i pregiudizi. Degli strumenti non sanno quasi nulla ma vorrebbero ricevere maggiori informazioni, per questo dico che c’è molto da fare. I giocatori vorrebbero in effetti essere maggiormente informati sui rischi e vorrebbero maggiore educazione finanziaria oltre che essere ascoltati maggiormente. Iniziative come questa della Fondazione Fair sono perfettamente in linea coi risultati dello studio”.

Lollobrigida (Adm): ‘Forniremo linee guida ai concessionari’

Mario Lollobrigida, direttore centrale Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha posto il focus sul decreto legislativo del 2024 sul riordino del gioco online, “andato molto chiaramente nella direzione del gioco responsabile e lo si è visto nella nuova gara per le concessioni che stiamo terminando in queste settimane.

Abbiamo realizzato forti interventi a tutela dei giocatori e anche specifici per i giovani adulti, che avranno limiti di spesa più bassi. Il gioco responsabile e la tutela dei giocatori passeranno anche attraverso l’adozione dell’intelligenza artificiale. Inoltre, una parte dei ricavi degli operatori sarà destinata per campagne informative e abbiamo creato, dentro l’Agenzia, un’apposita struttura per arrivare a fornire delle linee guida che i concessionari dovranno seguire per diffondere il gioco responsabile fra i giovani”.

Massimiliano Capitanio (Agcom): ‘Educazione civica digitale e parental control strumenti ideali’

Fondamentale al dibattito l’apporto di Massimiliano Capitanio, commissario componente dell’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: “Dal nostro punto di vista, purtroppo, siamo rimasti fermi al 2019 perché i componenti reggenti dell’Autorità fecero un’informativa al Governo per segnalare le criticità del divieto totale della pubblicità del gioco prevista dal Decreto Dignità, problematiche prodotte dalla norma e tuttora non risolte. Qualche esempio: la sanzione non modulabile fissata con un minimo di 50mila euro che proprio in questi giorni è all’analisi della Corte Costituzionale dopo le tre sanzioni comminate ad un giovane creator che ha sommato ben tre violazioni per 157mila euro. L’altra criticità è quella della complessità della distinzione tra gioco legale e illegale. Grazie alle nostre linee guida abbiamo comunque fatto rispettare la norma sanzionando siti web e testate editoriali oltre che singoli creator su singole piattaforme come X, Twitch e Youtube”.

Sulla scia del lavoro della Fondazione Fair, Capitanio commenta: “Serve un nuovo paradigma del gioco responsabile. Le dipendenze di cui parliamo oggi sono speculari a tantissime altre patologie e come col gioco hanno le stesse addiction come le microfinanze o i social media. Per questo il tema dell’educazione civica digitale è cruciale per crescere non solo sul filone del gioco responsabile.

Un provvedimento messo in campo è stata la Sim dedicata agli Under 18 con il parental control su molti settori e tra questi c’è il gioco d’azzardo. Purtroppo sono state attivate solo un mezzo milione di Sim, numeri bassissimi ma che fanno riflettere: tra i principali filtri attivati dai cittadini c’è proprio il gioco d’azzardo”.

Quali strumenti adottare nel futuro? “È tornata l’educazione civica a scuola e c’è anche quella digitale come primo strumento da mettere in campo. Ora c’è anche il patentino digitale alle elementari e alle superiori ed è un ulteriore tool adottabile. Il suggerimento è adottare il parental control non solo ai dispositivi ma direttamente dalle wi fi perché i filtri funzionano al 100% e riescono a bloccare con efficacia. L’auspicio è che si possa mettere a terra una sinergia comune con il Governo così da chiarire le aree d’ombra che non hanno consentito di comunicare il gioco responsabile in maniera efficace e distinguere quello legale da quello illegale”, ha concluso Capitanio.

Locatelli (Anci): ‘Operare nelle scuole resta alla base’

I fenomeni negativi vanno gestiti, non subiti. Lo ha ricordato Stefano Locatelli, vicepresidente dell’Anci: “Il gioco è legale, ma dobbiamo affrontarne i risvolti negativi e diffondere la conoscenza. Partire dai giovani è così fondamentale, e va fatto in collaborazione con territori e imprese. Dobbiamo operare nelle scuole, questo resta alla base. Le tre parole chiave sono informare, educare e reprimere. Con quest’ultimo termine intendo non lasciare spazio all’illegalità”.

Mauro Del Barba (Italia Viva): ‘No al proibizionismo, sì al gioco responsabile e consapevole’

“Dieci anni fa ero qui al Senato a preparare una legge sul gioco e mi schierai tra i non proibizionisti e da lì poi ho seguito tutto quello che è successo nel settore. Criticai chi voleva eliminare il gioco paragonandolo alla droga: beh io penso che non vada eliminato ma non possiamo limitarci neanche a dire che ognuno può fare quel che vuole anche perché poi se non si controllano le distorsioni le famiglie e la società vengono trascinate nei problemi e nel degrado”. È intervenuto così il deputato di Italia Viva Mauro Del Barba, nel dibattito sul gioco responsabile al Senato.

Secondo Del Barba la questione “è prima di tutto culturale e già allora dissi agli operatori dal pulpito dell’Osservatorio sul gioco che noi avremmo avuto un compito ma sarebbero dovute essere le imprese a fornire gli strumenti e a investire fortemente sul gioco responsabile. Noto con piacere che, anche tramite le scelte e i lavori della Fondazione Fair si sta arrivando qui. Il gioco online è maggiormente controllabile e controlli e auto limitazioni andrebbero replicate nel fisico, non è facile ma possiamo immaginare che potremmo assistere a fenomeni simili a chi beve al bar: lì ci sono dei limiti e vanno individuate delle regole di ingaggio oltre ad investire sulla formazione. Un compito lungo e complesso ma sulle macchine potrebbe esserci la possibilità di agire. Sono stato invece sempre molto scettico sulla marginalizzazione dei luoghi fisici, trovo corretti alcuni distanziometri ma nello stesso tempo creare dei ghetti può aumentare il degrado di alcune aree ma non è stata una scelta felice”.

Le sue conclusioni: “Oggi abbiamo parlato poco di gioco illegale che è la prima alternativa a quello responsabile per non parlare di riciclaggio di denaro sporco che sul settore legale ha i suoi controlli. Gli strumenti da mettere in atto? Tutto quello che va nel senso dell’autolimitazione e nella consapevolezza che porta alla capacità di poter acquisire rischi e caratteristiche del gioco orientandoci verso quello responsabile”.

Maurizio Benzi (Fondazione Fair): ‘Il prossimo passo è che questo obiettivo di comunicazione con i giovani sia condiviso’

In chiusura, Maurizio Benzi, segretario generale della Fondazione Fair, ha ribadito come il dialogo con i giovani aiuti “a comprendere meglio le nuove generazioni, e quindi i rischi futuri. Un tema, questo, che racchiude molti aspetti specifici, tra cui quello psicologico ed economico.

Sì può fare di più rispetto a quanto fatto fino ad adesso. La protezione non va imposta, ma deve essere un processo naturale. Tutto l’ecosistema del mondo del gioco può fare di più anche attraverso il maggior monitoraggio, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, più uso di alert. Il passo successivo di Fair è che questo obiettivo di comunicazione con i giovani venga condiviso da tutti”.