La posizione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, potrebbe complicare l’approvazione e la votazione dell’emendamento Forza Italia sull’apertura della pubblicità indiretta per il gioco pubblico.
Uno stop importante e che potrebbe risultare decisivo nella discussione finale nell’esame della manovra 2026 quello che arriva dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, all’emendamento di Claudio Lotito (Forza Italia) sull’abolizione del divieto di “pubblicità indiretta” del gioco (mantenendo però il divieto per la “pubblicità diretta”) previsto dal Decreto Dignità del 2018. Subito arriva il plauso delle opposizioni, sponda Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Ma, come detto, l’emendamento è ancora tra quelli che verranno sottoposti a votazione per il gioco pubblico insieme alla proposta di Cristina Tajani (Partito Democratico) per istituire il “Fondo per il contrasto alle ludopatie” e del testo firmato dai senatori di Fdi Ambrogio, Mennuni, Russo, Gelmetti e Nocco, che punta a risolvere la questione del taglio di 500 milioni di euro alla filiera degli apparecchi da gioco, deciso dal Governo Renzi con la Legge di Bilancio 2015, e la controversia fra Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i concessionari delle scommesse ippiche riguardo i minimi ippici garantiti.
È stato il Fatto Quotidiano a riportare le dichiarazioni del Ministro Schillaci che ha tenuto a specificare come la reintroduzione comporterebbe il rischio di incoraggiamento di fenomeni di ludopatia. L’emendamento, dopo essere stato inizialmente escluso dall’elenco delle proposte che saranno sottoposte a votazione in Commissione Bilancio al Senato, è invece rientrato tra quelli segnalati e quindi sottoposti a votazione. La “spallata” di Schillaci, però, sembra mettere in discussione il tutto.
La posizione del Pd
“Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, annuncia, per competenza, il parere negativo del suo dicastero all’emendamento del senatore di Forza Italia e presidente della Lazio, Claudio Lotito, finalizzato a reintrodurre la pubblicità, almeno ‘indiretta’, delle società di scommesse. È una buona notizia che verificheremo al momento dell’esame del provvedimento”, ha spiegato il deputato dem e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari, coordinatore dell’Intergruppo parlamentare sul gioco d’azzardo.
Vaccari chiede due cose al Ministro: “La prima è legata allo stesso argomento. Il divieto di pubblicità esiste già ma alcune società sportive, tra queste l’Inter, utilizzano un cosiddetto main sport, con il nome evidente della società di betting, per aggirare l’ostacolo e veicolare il messaggio legato al gioco d’azzardo. Dal ministro ci aspettiamo che arrivi un definitivo chiarimento sulla norma per eliminare qualche furbizia di troppo. In secondo luogo chiediamo al ministro Schillaci di ripristinare l’Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. La sua cancellazione è stato un gravissimo errore ed ancora di più il suo accorpamento, con la metà delle risorse, a quello sulle dipendenze in generale”.
Soddisfazione 5 Stelle
Soddisfazione anche per il capogruppo M5S in commissione cultura al Senato Luca Pirondini: “Dal Fatto Quotidiano di oggi apprendiamo che il ministro della salute Schillaci avrebbe messo un freno alla manovra con cui Forza Italia voleva riaprire, di fatto, la porta alla pubblicità dell’azzardo nel calcio. È l’ennesimo cortocircuito di questo governo e di questa maggioranza, che da un lato spinge per un ritorno dell’azzardo nel calcio come fanno Abodi e la commissione cultura, incuranti dei dati sulla crescita vertiginosa dell’azzardopatia e del giro d’affari miliardario e spesso poco trasparente del betting. Dall’altro è costretto a mettere uno stop come fatto dal ministero della salute. Ma attenzione: se Schillaci vuole davvero interpretare fino in fondo la missione del suo dicastero, il percorso non può fermarsi qui. Bisogna intervenire sul vero nodo, quello che da anni viene aggirato con il trucco dell’infotainment”.
Secondo Pirondini quella consentita da Agcom sarebbe “pubblicità mascherata, e tutti lo sanno. E non finisce qui. Perché mentre il betting tradizionale si infiltra con questi escamotage, un altro settore sta avanzando a fari spenti: quello delle criptovalute. Anche qui sponsor, partnership, accordi commerciali stanno colonizzando il calcio, e se ne parla ancora troppo poco. In Parlamento accenderemo presto un faro anche su questo”. Non è chiaro cosa c’entrino le cripto col betting e soprattutto bisogna tenere conto del problema dell’oscurantismo e della crescita del gioco illegale con le concessionarie “dot it” costrette a pagare milioni di euro senza potersi distinguere dalle società che, davvero, operano nel torbido o non pagano le tasse in Italia.





