Alesse (Adm): ‘IA indispensabile per lavorare e interpretare i dati ma uomo ed etica siano al centro

Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha inaugurato i lavori della due giorni di lavori al Politecnico di Milano, ‘Ital_IA, tra dati pubblici e algoritmi’.

“L’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire l’interpretazione e l’analisi umana ma la sfida che ci si pone davanti la vogliamo cogliere e vogliamo essere protagonisti. Per questo i dati sono la nuova infrastruttura critica e la fonte da cui deriva la autorevolezza delle istituzioni e della sovranità economica. E attraverso i dati che sono ormai tantissimi e ingestibili se non con strumenti evoluti che l’AI possiamo orientare le scelte e ottimizzare i processi”.

Il direttore dell’Agenzia e delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, ha inaugurato così la due giorni di lavori al Politecnico di Milano Ital_IA, tra dati pubblici e algoritmi.

Un intervento lungo e approfondito che ha evidenziato proprio l’importanza dell’evento e della collaborazione fattiva con Sogei e la stessa struttura del Politecnico oltre che con tutte le realtà imprenditoriali.

“Siamo in un luogo altamente simbolico come il politecnico di Milano, culla di innovazione e di eccellenza accademica che ben rappresenta lo spirito e la visione che ispira questa iniziativa. Questo momento rappresenta un’occasione preziosa per delineare una visione condivisa sul rapporto tra innovazione tecnologica e funzione pubblica e siamo chiamati a riaffermare la responsabilità delle istituzioni nel guidare i complessi processi di trasformazione digitale a beneficio dell’intero paese”.

Adm sa di trovarsi in una fase storica rivoluzionaria per molti aspetti “in cui la capacità di leggere organizzare e interpretare i dati – prosegue Alesse – costituisce la vera misura dell’autorevolezza delle istituzioni e della sovranità economica. I dati sono la nuova infrastruttura critica, sono la fonte da cui dipende la competitività delle imprese l’efficacia dei controlli e la sicurezza delle frontiere. Domani spiegheremo come negli ultimi mesi abbiamo sviluppato con questo ateneo, una sinergia che va oltre la dimensione istituzionale e che si estende all’ambito della ricerca dello studio, i dati infatti costituiscono i nuovi testi attraverso i quali si può produrre conoscenze, orientare i processi decisionali e delineare politiche pubbliche fondate sull’evidenza”.

Sulla mole dei dati l’impegno dell’Agenzia è enorme: “Ogni anno attraverso i nostri sistemi viene gestito un numero rilevantissimo di dichiarazioni doganali, oltre 93 milioni solo dall’inizio di quest’anno a testimonianza del ruolo centrale che l’agenzia svolge nel garantire la fluidità dei traffici e la tutela degli interessi economici nazionali ed europei. Flussi di merci o minerali, prodotti energetici e controlli sulla legalità economica e fiscale. È su questi fronti che si concentra la nostra missione. Presidiare i confini dell’Europa significa garantire la nostra economia affinché diventi un motore di ricerche e di sviluppo e non un varco aperto a distorsioni contraffazioni o minacce per la salute pubblica e in questa funzione che si misura la forza dello Stato e la capacità delle istituzioni di difendere i cittadini, trasformando le sfide globali in occasioni di progresso collettivo”.

A livello di gettito erariale l’agenzia si configura oggi come “una delle più grandi piattaforme di dati pubblici del paese che raccoglie ed elabora sulla base di precise disposizioni legislative, informazioni che vanno oltre l’ambito doganale estendendosi alla complessa materia dei giochi pubblici ed dei monopoli di Stato – prosegue Alesse – questa mole di dati autentico patrimonio informativo nazionale impone una capacità di gestione ed interpretazione senza precedenti e in questa prospettiva che abbiamo avviato insieme a un percorso ambizioso di trasformazione e di innovazione digitale con l’obiettivo di fare della nostra amministrazione un vero e proprio laboratorio di idee di soluzioni al servizio dello Stato e dell’economia”.

Per Roberto Alesse siamo di fronte “ad una rivoluzione silenziosa che trasforma in profondità il volto della nostra amministrazione senza snaturarne la funzione rafforzando al contrario la capacità di presidiare, la legalità economica e con strumenti moderni e affidabili”.

La scelta di organizzare questo convegno al politecnico di Milano e con la partecipazione dei principali attori globali della tecnologia i big player mondiali dell’intelligenza artificiale non è casuale: “Abbiamo bisogno di un dialogo aperto tra pubblico e privato tra istituzioni imprese la ricerca e regolazione perché l’intelligenza artificiale non è solo un tema tecnico, è una questione etica giuridica economica,  è un fenomeno che deve essere compreso regolato e guidato affinché rimanga al servizio dell’uomo e non viceversa. Se c’è una lezione che l’esperienza ci consegna e che l’innovazione tecnologica non può mai prescindere da una riserva di umanità l’algoritmo può analizzare i milioni di dati in un istante, ma la decisione ultima deve sempre rimanere nelle mani dell’essere umano che porta con sé il senso della responsabilità e la consapevolezza del contesto. L’intelligenza artificiale qualificata da autorevoli studiosi come la quarta rivoluzione industriale può rappresentare lo strumento più potente di cui la pubblica amministrazione si sia mai dotata. Tuttavia solo se impiegata nel segno della legalità della trasparenza del rispetto dei diritti fondamentali essa può realmente tradursi in un fattore di progresso capace di rafforzare la fiducia dei cittadini e di rendere l’azione amministrativa più vicina all’esigenze della collettività”.

L’IA è una nuova grammatica del linguaggio che “interpreta i dati alla capacità di leggere il presente e di anticipare ciò che accadrà chissà decifrare queste nuove informazioni contribuisce a disegnare il futuro tuttavia solo chi esercita il governo dei dati con equilibrio e corresponsabilità può assicurare che l’innovazione rimanga un fattore di progresso e non diventi o generi situazioni di esclusione o di disuguaglianza”.

Adm intende essere protagonista di questa storia e “lo vuole essere con la sua capacità di osservare i fenomeni globali e con l’esperienza maturata nella gestione di flussi complessi mettendo a disposizione del paese non soltanto la propria infrastruttura tecnologica ma soprattutto il proprio capitale umano. Da Milano parte un segnale chiaro – spiega Alesse –  l’Italia non intende restare spettatore della rivoluzione tecnologica anzi vuole esserne protagonista coniugando innovazione e etica. Auguro a tutti noi un convegno stimolante un momento di ascolto capace di tradursi in idee proposte soluzioni concrete”.