Bingo: Cds blocca aumento canone concessioni, proroghe incompatibili col diritto Ue

L’Associazione nazionale italiana bingo e Play Game vincono il ricorso in appello al Consiglio di Stato: illegittima la proroga e l’aumento delle concessioni delle sale.

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso in appello dell’Anib, l’Associazione Nazionale Italiana Bingo e dalla società Play Game Srl ribaltando la precedente decisione del Tar del Lazio ma soprattutto annullando la previsione della legge di bilancio 2018.
Stop, quindi, all’aumento da 2.800 a 7.500 euro mensili del canone per le concessioni delle sale bingo. La motivazione? Sarebbe incompatibile con il diritto dell’Unione Europea.

L’errore è stato rintracciato nella proroga tecnica delle concessioni avvenuta senza indire una nuova gara e quindi in violazione della direttiva europea che disciplina questo strumento. Per questo l’aumento del canone disposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non avrebbe dovuto avere luogo. Anche l’assenza di condizioni straordinarie come guerre o pandemia, hanno reso impraticabile questi provvedimenti. Solo dopo 7 anni, almeno in questo grado di giudizio, si arriva quindi a questa pronuncia.

Il precedente in Ue

Determinante, però, se parliamo di tempistiche, la sentenza dello scorso marzo della Corte di Giustizia dell’Unione Europea aveva chiarito che il regime di proroga tecnica delle concessioni del Bingo in Italia non è compatibile con il diritto europeo. Secondo la Corte, la Direttiva 2014/23/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei contratti di concessione è applicabile anche a quelli firmati prima dell’entrata in vigore della direttiva stessa.
In particolare far pagare un canone mensile in cambio della proroga e soprattutto fissare aumenti non sarebbe stato possibile. Peggio ancora l’obbligo di accettare tali proroghe per essere autorizzati a partecipare a qualsiasi futura procedura di riattribuzione di dette concessioni.

Gli effetti sul comparto

Un precedente che, visto il proliferare negli anni dell’utilizzo dell’istituto della prorogatio nel settore dei giochi e non solo in Italia, potrebbe avere anche altri effetti sul comparto. In effetti, dice l’Europa, un legislatore nazionale non può prorogare unilateralmente la durata di concessioni di servizi. Di sicuro molto cambierà nel settore del Bingo.

Un effetto dovrebbe essere quello di abbandonare lo schema della proroga automatica e quindi Amm, dovrebbe avviare tempestivamente le Gare per il nuovo affidamento delle concessioni. E da questa sentenza il corrispettivo mensile non sarà forfettario e uguale per tutti ma in base al fatturato.

Non meno importanti altre eventuali violazioni come quella del principio di proporzionalità, “perché la misura restrittiva non è adeguata e idonea” e del principio di concorrenza per il mercato, perché la scelta di prorogare le concessioni e di posticipare l’avvio delle Gare impedisce agli operatori di settore l’esercizio della libertà di impresa, quantomeno sotto il profilo della necessaria programmazione e pianificazione delle attività”, hanno detto i giudici di Palazzo Spada.