Fondazione Lottomatica, Rapporto Fast: denatalità in Italia, fenomeno preoccupante

Indagine Swg: 3 italiani su 4 preoccupati per denatalità e invecchiamento demografico, dove c’è fiducia cresce numero nidi.

 

Curato da Percorsi di secondo Welfare in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e promosso da Fondazione Lottomatica, è stato presentato questa mattina a Roma il secondo Rapporto sull’Agenda Fast – “Servizi per la prima infanzia e capitale sociale: un circolo virtuoso per costruire comunità”.

Il documento è stato illustrato dal prof Maurizio Ferrera e dal dott Simone Manfredi, negli uffici della Fondazione, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, del terzo settore e di numerosi stakeholder impegnati sui temi della natalità e delle politiche sociali.

Il Rapporto evidenzia come, in un Paese in cui la natalità ha raggiunto un nuovo minimo storico – 369.944 nascite nel 2024 e un indice di fecondità di 1,18 figli per donna (fonte ISTAT) – la presenza di capitale sociale “bridging”, basato su fiducia, apertura e collaborazione tra cittadini e istituzioni, sia un fattore decisivo nello sviluppo dei servizi educativi per la prima infanzia (0-3 anni).

Al contrario, territori caratterizzati da capitale sociale “bonding”, fondato su legami forti all’interno di gruppi omogenei quali le reti familiari, mostrano una disponibilità più limitata di nidi pubblici e un welfare ancora “familistico”.Un quadro coerente anche con i dati dell’indagine Radar Swg 2025 sul fenomeno della denatalità, che confermano la centralità degli ostacoli socio-economici nelle scelte riproduttive degli italiani.

I principali freni identificati dagli intervistati riguardano infatti i bassi salari e la precarietà economica (66%), l’incertezza generata da crisi internazionali (39%) e la carenza di aiuti pubblici e servizi di welfare (37%). Seguono fattori culturali, soprattutto fra i più giovani, come la difficoltà a trovare un partner stabile (27%) e la paura di perdere libertà e tempo personale (27%).

Le conseguenze del calo delle nascite e dell’invecchiamento risultano altrettanto chiare: gli italiani temono soprattutto l’insostenibilità del sistema pensionistico (54%), la pressione crescente sul sistema sanitario (41%), il rallentamento economico (35%) e lo spopolamento delle aree interne (34%). Non sorprende che 3 italiani su 4 (75%) si dichiarino preoccupati per le tendenze demografiche in atto.

Il Rapporto Fast propone il cosiddetto “modello Lego” (in risposta al più tradizionale modello Ford) secondo il quale servizi, famiglie, istituzioni e comunità rappresentano mattoncini essenziali per costruire capitale umano e sociale. Investire nei servizi per la prima infanzia significa quindi creare le premesse per comunità più coese, solidali e capaci di generare futuro. Attraverso un’analisi quantitativa e qualitativa che include i casi di Siena (alto capitale sociale bridging e alta offerta di servizi) e Caserta (alto capitale sociale bonding e bassa offerta), il Rapporto offre una lettura innovativa delle disuguaglianze territoriali tra Centro-Nord e Mezzogiorno.

Durante la mattinata di confronto sono emerse alcune raccomandazioni strategiche in linea con l’agenda FAST. In primo luogo, rafforzare il ruolo del settore pubblico nel supporto all’offerta di servizi per la prima infanzia: da un lato, rispetto alla valorizzazione e diffusione del patrimonio di competenze e professionalità anche attraverso l’implementazione del sistema integrato 0-6; dall’altro lato, rispetto al sostegno alle sperimentazioni e alle nuove iniziative nei contesti più fragili per innescare circoli virtuosi anche grazie alla finanza sociale. In secondo luogo, rafforzare il ruolo del settore pubblico nel supporto alla domanda di servizi per la prima infanzia: da un lato, migliorare l’accessibilità dei servizi riducendo i costi sostenuti dalle famiglie o, più agilmente, rafforzando e rendendo stabili misure come il Bonus asilo nido in ottica di maggiore equità e impatto nei contesti più fragili; dall’altro lato, valorizzare gli spazi (pubblici) come veri “hub di comunità” integrando e ricomponendo diversi servizi in supporto alla genitorialità, con lo scopo di facilitare maggiore consapevolezza e fiducia nei servizi professionali e, di riflesso, generare capitale sociale bridging.

Con solo l’1,2% del Pil destinato a famiglie e minori – una delle quote più basse in Europa – l’Italia è chiamata a un ripensamento profondo del proprio sistema di welfare. I servizi Ecec (Early Childhood Education and Care, ovvero quei servizi che nella nomenclatura dell’Ue sono destinati all’educazione e alla cura della prima infanzia) devono essere considerati non come costo, ma come investimento sociale strategico per sostenere natalità, occupazione femminile e coesione territoriale. Agenda Fast, supportata da Fondazione Lottomatica, nasce proprio con questo obiettivo: modernizzare il welfare italiano e fornire risposte concrete alla crisi demografica, agendo su quattro leve integrate – Famiglia, Asili, Servizi e Tempi – attraverso il lavoro congiunto di mondo accademico, istituzioni e società civile.