Presentato a Roma, all’Hotel Nazionale, il nuovo incontro dell’Osservatorio sul gioco pubblico di SWG, Giocare da grandi, per Brightstar, dedicato all’approfondimento della percezione del gioco con vincita in denaro, con uno sguardo comparativo tra Italia ed Europa.
Per quasi la metà degli europei, il 47%, il gioco con vincita in denaro è percepito in maniera positiva secondo i dati SWG per Brightstar, contenuti nel report “La percezione dei giochi con vincita in denaro in Europa” presentato a Roma da Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG.
Per il 27% degli europei parliamo di un modo per cercare di avere una grossa vincita, mentre per il 20% il gioco con vincita in denaro è divertimento. Il 13%, stando alla ricerca, lo vede come un passatempo, mentre se il 14% lo definisce una perdita di tempo il 26%, dunque un europeo su quattro, lo percepisce come un pericolo.
In Italia, il totale della connotazione positiva relativa al gioco con vincita in denaro ammonta al 30%, superata dalla percezione di pericolo che per i connazionali vede una percentuale pari al 36%.
Sull’approccio da adottare gli europei sono divisi, ma prevale (per il 48%, in Italia per il 67%) l’idea che si debba soprattutto proteggere la salute dell’individuo, anche a discapito della libertà individuale (40%).
LA PERCEZIONE DELLA LUDOPATIA. Per il 37% degli europei la ludopatia è molto diffusa e molto problematica, percentuale che tra gli italiani sale al 63%. Il 25% dei cittadini d’Europa afferma che sia poco diffusa ma molto problematica (questo per il 13% degli italiani), il 15% non riesce invece a dare un giudizio (il 10% in Italia).
Quanto alla questione responsabilità della diffusione della ludopatia, questa ricade soprattutto sui giocatori, sia in Europa che in Italia, ma i concessionari sono posizionati al secondo posto, con oltre la metà degli intervistati per la ricerca SWG che vi attribuiscono molta responsabilità.
Alla domanda: quanto il suo Paese è in grado di rispondere efficacemente al problema della ludopatia? Il 57% degli europei risponde in modo negativo, nel caso dell’Italia il 77%.






