Gioco in Europa, Metsola: ‘Innovazione e non overegolazione’

La presidente del Parlamento europeo alla fiera Sigma di Roma: “Occorre dare alle aziende strumenti per competere gobalmente”.

 

“Regolamentare in Europa sì, ma rispettando le scelte nazionali”. Così la presidente del Parlamento europeo, onorevole Roberta Metsola, intervenendo alla fiera Sigma a Roma.

“È il passaggio che dobbiamo seguire collettivamente come un continente, ma anche come un gigante globale economico – ha detto nel suo discorso agli operatori presenti. Quando parliamo agli imprenditori di gioco, tecnologia e finanza, il messaggio è sempre lo stesso: l’Europa deve muoversi più velocemente, rendersi più facile per investire, crescere, prendere rischi. Vogliono un’Europa che supporti le imprese, non una che si sposti in loro”.

“E, francamente – ha aggiunto Metsola -, credo che possiamo essere d’accordo. Perché l’Europa non può funzionare con la nostalgia. Non possiamo iniziare a fare cose vecchie e poi aspettare risultati nuovi. Dobbiamo guidare, dobbiamo innovare, dobbiamo dare alle nostre aziende la libertà e gli strumenti per competere globalmente. Per capire le nuove dinamiche che sono in gioco. Per dimostrare come l’Europa può crescere. E per questo voglio che il modo europeo sia chiaro. Innovazione e non overegolazione. Implementazione, non burocrazia necessaria. Rendimento, non red tape. Regolazione targata, che dà prevedibilità. Perché, alla fine, la compliance non deve prendere la maggior parte del tempo dei business.

“Sono più che orgogliosa – ha detto ancora dal palco – che Sigma abbia avuto inizio nella mia isola natale, Malta“. Sorridendo, ha ricordato i suoi giorni universitari con il fondatore di Sigma, Eman Pulis: “È fantastico vedere come la tua idea sia cresciuta da un semplice progetto a una piattaforma globale”. Siamo molto orgogliosi di te”.

Concentrandosi sul settore tecnologico e del gioco d’azzardo in Europa, ha sottolineato il quadro generale. Al di là dei numeri o dei grafici di crescita, ciò che vediamo è “la prova che il nostro modo di fare europeo funziona, che possiamo essere favorevoli alle imprese, che possiamo essere lungimiranti, aperti all’innovazione e alle nuove tecnologie, pur continuando ad agire in modo responsabile e proteggendo i più vulnerabili. L’equilibrio tra crescita e responsabilità è ciò che rende l’Europa unica, offre prevedibilità agli investitori, crea fiducia negli utenti e permette alla creatività di fiorire senza lasciare indietro nessuno. Tuttavia, se vogliamo che l’Europa rimanga competitiva – ha ammonito – dobbiamo essere onesti su ciò che ancora ci frena. La regolamentazione in Europa è essenziale, ma rimane troppo frammentata”.

“A compromettere tale equilibrio sono i diversi sistemi di licenze, regimi operativi e norme pubblicitarie che rendono più difficile per le aziende pianificare, espandersi e operare oltre confine. Questo deve cambiare”.