Nel numero di novembre/dicembre della rivista uno speciale di approfondimento sul ruolo (e sullo stato) del gioco fisico e sull’importanza del presidio territoriale, a tutti gli effetti. Guardando anche alla fiera Sigma Central Europe e al Forum Retail.
Il gioco con i piedi per terra. E’ questo il claim che abbiamo scelto per introdurre alla lettura del nuovo numero di IGE Magazine, dedicato al legame (e ai problemi) del gioco sul territorio. Ma anche alle sue virtù. Che non sono soltanto quelle erariali (fin troppo evidenti) o quelle del presidio di legalità (tutt’altro che banali). Oggi, ormai, viviamo in un’epoca iperdigitale, ma il territorio resta centrale per creare valore. La globalizzazione ha connesso il mondo, ma ha anche generato un bisogno crescente di radici, di luoghi reali in cui la fiducia e le relazioni si costruiscono dal vivo. Nel retail, negli eventi e nei rapporti commerciali, la presenza fisica non è un retaggio del passato ma una risorsa strategica. Un negozio, oggi, è un “hub esperienziale” ma anche relazionale, non solo un punto vendita o un “esercizio commerciale”, per usare un gergo (novecentesco) più incline a questo settore. Gli eventi dal vivo tornano a essere spazi fondamentali per stringere legami, ascoltare e generare fiducia. Lo vediamo in questi giorni nella fiera, esplosiva, Sigma Central Europe che approda a Roma, di cui ci occupiamo ampiamenti in questo numero.
Ecco quindi che il territorio, “non è un contenitore neutro, ma un attore”. Presidiarlo significa comprendere meglio clienti, comunità e dinamiche locali, generando insight impossibili da ottenere solo online. A ricordarcelo, oggi più che mai, è il Forum Retail di cui scriviamo su queste pagine. E in questo scenario, il gaming rappresenta un vero protagonista: globale per natura, ma radicato nei territori, fino al punto da rimanerci imbrigliato, come sanno bene gli operatori, che attendono ancora il riordino terrestre. Piattaforme, community e tornei convivono con normative locali, autorizzazioni, responsabilità sociali. Chi sa radicarsi nei territori — rispettandone regole e sensibilità — costruisce un vantaggio competitivo reale. Ma il settore è fatto anche di imprese e di imprenditori: e se per conoscere noi stessi dobbiamo per forza passare attraverso l’altro, crescere, in modo sostenibile, significa abitare i luoghi, non solo presidiare schermi. Il futuro del business non è solo nel cloud: è nelle strade, nei negozi, negli eventi, nei territori. Perché nel mondo iperconnesso, stare da qualche parte conta più che essere ovunque. E’ questo il gioco con i piedi per terra. E Buona lettura!.







