Licenza sospesa, due giorni di chiusura: Tar nega risarcimento danni al titolare di una sala scommesse

Provvedimento del Questore per violazione di ordinanza sindacale, richiesta risarcitoria respinta.

Risale al 2019 il provvedimento di sospensione di licenza di un’attività di scommesse, adottato dall’allora Questore di Roma per riscontrata inottemperanza a un’ordinanza del sindaco della capitale.

Il titolare, in sede di giustizia amministrativa, si è opposto con ricorso contro il Ministero dell’Interno, chiedendo la revoca della misura nonché il risarcimento danni per i due giorni di chiusura dell’esercizio che ne era derivata. Nonostante i motivi a supporto della sua istanza, il Tar del Lazio ha respinto la richiesta.

“Il provvedimento gravato – si legge nella sentenza – trova fondamento in una fonte di rango primario e tiene conto della condotta recidiva rilevata a seguito di specifici controlli svolti dall’Autorità di polizia: trattandosi di licenza il cui rilascio è di competenza del Questore, la medesima autorità può ben irrogare le sanzioni previste in caso di violazioni della disciplina e ciò a prescindere dalla fonte che regola l’attività delle sale scommesse, nel caso di specie il regolamento adottato da Roma Capitale al fine di prevenire o limitare il fenomeno della ludopatia”.

“La domanda risarcitoria proposta da parte ricorrente – è indicato ancora – non può trovare accoglimento, in ragione dell’infondatezza della domanda di annullamento, dalla quale consegue l’assenza del presupposto rappresentato dall’illegittimità del provvedimento assunto dalla parte come fonte del danno”.