I vari schieramenti politici dibattono sul futuro gestionale del Casinò di Saint Vincent, ma ci sono anche questioni tecniche da affrontare.
di Mauro Natta
Per quel poco a mia conoscenza le scelte della società incaricata di approfondire la problematica relativa al futuro gestionale della Casa da gioco di Saint Vincent erano e sono due: l’affidamento in concessione a una società a capitale privato o il prosieguo della forma attuale. Era facile vederne una terza ma la impossibilità di realizzarla ne ha determinato l’abbandono.
Non mi pare si potesse prendere visione in modo ampio della questione dal punto di vista tecnico, ovvero collegato al tipo di offerta sulla scorta della variabilità della domanda e della concorrenza. Questo in merito all’esigenza in campo forza lavoro sempre rimanendo nello stesso solco precedente; forse per la possibile distanza di tempo con il vero periodo decisionale.
Non ho potuto trovare, anche per la scarsità delle informazioni cui ho fatto cenno inizialmente, nulla sulla tipologia delle entrate che, in un caso gestionale o nell’altro, avrebbero dovuto affrontare le parti in causa, forse lo speravo stante il precedente intervento sulla situazione del Casinò di Venezia, qualche anno addietro.
Con molta probabilità certi argomenti sono stati trattati, magari da altri esperti chiamati ad esaminare il problema, o, forse, in quanto ritenuti a conoscenza della committenza, non necessari.
Sicuramente la questione che, a breve, sarà all’attenzione della giunta regionale e del consiglio, trova, attualmente, nel disciplinare in vigore tra le parti, la soluzione a quanto potrà o potrebbe essere oggetto di discussione, sia politica che tecnica.
Questa non tanto breve premessa per evidenziare che, nelle dichiarazioni dei candidati che al momento ho letto, non ho trovato nulla di veramente tecnico coniugabile alla tipologia gestionale se non un doveroso richiamo al, mi scuso per la concisa definizione, capitale da impiegare per portare a termine, eventualmente, una serie di iniziative.
In tema di quest’ultimo argomento mi sono espresso in seguito alle dichiarazioni di un candidato che, probabilmente, per il tempo a disposizione, nel condensare il tutto non si è potuto esprimere come avrebbe desiderato.
Non reputo che un tema come quello inerente il futuro gestionale del Casinò di Saint Vincent sia una questione agevole o semplice ma, certamente, una scelta politica ed economica di non poco momento che vedrà impegnato il Consiglio regionale in un lungo dibattito. Mi auguro vivamente, che la parte tecnica coniugabile alla entrate di diritto pubblico, sia oggetto dell’attenzione che merita in qualunque tipologia gestionale abbia da essere collocata.
Tra le due scelte gestionali, a mio avviso, il controllo accennato precedentemente assume due criteri di esecuzione che trovo nella documentazione relativa al rilevamento dei risultati. In particolare l’annotazione dell’orario di apertura, di chiusura e del minimo praticato ed eventuale mutamento dello stesso in corso di partita.
Non è questa l’occasione per approfondire la personale necessità appena espressa. Mi limito ad accennare alla reale possibilità di seguire la gestione senza essere azionisti e mi permetto di rammentare, tramite la consultazione dell’incidenza di ciascun gioco sul totale dei ricavi, il rapporto tra ricavi del singolo con le presenze e il raffronto dei ricavi (netti e lordi) con le ore tavolo, la realizzazione di quanto ritenuto utile ed auspicabile.
Noto, prima che altri siano tentati a farlo, che non si tratta delle ore effettivamente lavorate ma, allo stesso tempo, non si potrebbe omettere che la procedura è identica per ogni tipologia di ricavo.
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