‘Accordo Accento’, in Appello la conferma: Casinò di Lugano deve 2,4 milioni di Frs alla Kursaal Locarno

Spartizione di concessioni per le Case da gioco, a distanza di 20 anni la sentenza sull’Accordo ‘Accento’ tra Kursaal Locarno e Casinò di Lugano

Risale al maggio del 2001 l’intesa stipultata tra la Kursaal Locarno SA  e il Casinò Lugano SA, che oggi pesa sulle casse di quest’ultima casa da gioco per 2,4 milioni di franchi svizzeri in favore della controparte, più gli interessi. A stabilirlo, il Tribunale d’Appello che, con sentenza dell’8 settembre scorso, ha confermato la validità di quell’accordo denominato ‘Accento’.

La somma in denaro è stata calcolata sulla base delle formule allora pattuite, respingendo le eccezioni di nullità sollevate dal Casinò di Lugano. «Questa sentenza – riferiscono dai vertici di quest’ultima realtà – non è definitiva e può essere impugnata dinanzi al Tribunale federale. Una decisione al riguardo verrà presa nel corso dei prossimi giorni».

A suo tempo le due compagini sottoscrissero una convenzione sotto l’egida della società Accento SA. Questo accordo nasceva in un contesto politico particolare – spiegano sempre da Lugano -: la nuova Legge federale sulle case da gioco limitava a una sola la concessione di tipo A per il Canton Ticino, e bisognava gestire il rischio di uno scontro diretto e distruttivo tra Locarno e Lugano. L’“accordo Accento” – precisano – non fu quindi un’intesa commerciale ordinaria, ma un patto politicoeconomico. Si trattava di un compromesso voluto dalle classi dirigenti cittadine dell’epoca – le stesse che sedevano contemporaneamente nei consigli comunali e nei Consigli di amministrazione delle società concessionate, rappresentando contemporaneamente gli interessi degli azionisti pubblici e privati.

In sostanza, chi avesse ottenuto la concessione di tipo A avrebbe dovuto riconoscere all’altro una compensazione (25% dell’utile netto e 0,65% degli incassi netti), così da garantire un equilibrio territoriale e, soprattutto, evitare ricorsi e blocchi che avrebbero potuto paralizzare l’assegnazione federale. Quando l’11 novembre 2002 il Consiglio federale attribuì la concessione A a Lugano e la concessione B a Locarno, l’accordo divenne attuale. Ma fu proprio la dirigenza di Lugano di allora a disconoscere l’intesa, contestandone la validità. Fu questa una scelta soprattutto politica, presa dalle stesse istanze che avevano sottoscritto l’accordo.

Dal 2002 in avanti, e con l’avvio formale della causa nel 2006, furono dunque queste stesse istanze a voler determinare l’interpretazione dell’accordo e a generare il conflitto giudiziario. Le prime sentenze intervenute negli anni successivi hanno registrato e sviluppato le conseguenze di quelle decisioni. Oggi, a distanza di oltre vent’anni, il Casinò di Lugano si trova a gestire gli effetti di scelte politiche ed economiche che appartengono a un’altra epoca, a un’altra classe dirigente, che non ha contribuito a determinarle, ma le cui conseguenze saranno ovviamente gravose, sia per l’azienda che per i suoi azionisti.

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