L’analista di gaming, Mauro Natta, torna sul tema della regolarità del gioco, un riepilogo di un argomento cruciale per la proprietà delle case da gioco e per i gestori pubblici e privati.
di Mauro Natta
Non ricordo in quante occasioni mi è capitato di scrivere, in tema di controllo a posteriori, sulla regolarità del gioco. Rendendomi conto che il tema può essere sfuggito per noia, per stanchezza data la ripetitività dell’argomento o il disinteresse cerco di ripetermi, spero in via definitiva e molto riassuntivamente.
Eppure ci sarà stato chi avrà letto con lo sguardo e l’atteggiamento di colui che pensa tra sé “semel in anno licet insavire”. Posso anche comprendere che a leggere di cassa di sala, cassa amministrativa, giochi di contropartita e di circolo, sia stato possibile e anche comprensibile un simile pensiero; però da parte di chi pensa di perdere il proprio tempo perché non trattasi di novità. Non è proprio così per chi scrive.
Già un tempo si diceva, e giustamente, che il tuttologo aveva ancora da nascere e lo posso pienamente condividere, che mettere e pretendere tutto in un solo soggetto poteva portare ad errori. Provvedere a quanto descritto in una azienda come quella in discorso mi pare esagerato e quasi impossibile. Nessuno credo ci è ancora riuscito, mai e neppure tentato o pensarlo, anche con quaranta anni di esperienza.
Ho avuto, è vero, l’occasione di imparare molto nei due campi dei quali necessita una buona conoscenza delle mansioni ben difficilmente da affidare al medesimo soggetto, ma senza pensare altro, così come mi sono già potuto esprimere in un mio precedente articolo.
Più volte ho scritto del sistema di funzionamento relativo alla conduzione del gioco e alla modalità di rilevazione del risultato nei giochi da tavolo nelle due tipologie precedentemente accennate, forse non sono stato chiaro? Pazienza!
Sicuramente non sono qui a ripetermi ma soltanto a chiudere un discorso importante nella gestione dei compiti che, in ordine collaborativo, devono essere svolte sia dalla proprietà, bene inteso da coloro che la rappresentano, e dal gestore sia questo pubblico o privato.
La procedura, in uso negli U. S. A., di verificare il risultato del tavolo sulla scorta dei contanti cambiati dai giocatori dopo un certo periodo, avrebbe dovuto o potuto insegnare qualcosa.
Certamente il non poter acquistare alla cassa i gettoni ma solo “venderli” fa entrare nel ragionamento la probabilità a favore del banco. Ciò è possibile anche in Italia e possiamo aggiungere un altro parametro fondato sulle stesse basi e sui dati storicamente conosciuti nell’ambito domestico.
Lungi da me di aver scoperto, come suol dirsi, “l’acqua calda” ma il fatto che altri lo adottino mi lascia supporre che non vado completamente errato. Ho già ampiamente indicato dove poter verificare quanto affermo, non è un segreto perché lo si può trovare utilizzando un computer.
In conclusione mi si conceda quanto di seguito che non è una novità, neppure parziale: riaffermare che tutti i valori concorrenti alla formazione del risultato si tratti di contanti, titoli di credito o altro non possono che, entrando regolarmente in circolo, assumere la più assoluta rilevanza.
Il compito degli addetti al controllo deve vigilare che la particolarità “regolarmente” sia effettiva.
Come si può ottenere questo? Non sono in grado di indicare tutti i modi ma, senza dubbio, dall’esame della partita e del risultato di tutti i giochi da tavolo.




