Il responsabile Affari generali del Casinò di Sanremo, Roberto Di Giuseppe, delinea un quadro degli scenari in materia di compliance e di prevenzione della corruzione per le case da gioco, sottolineando l’operato di quella matuziana e di Federgioco.
Roberto Di Giuseppe è responsabile Affari generali e societari, amministrazione e finanza di Casinò di Sanremo Spa. Ha alle sue spalle quasi quarant’anni di servizio al Casinò di Sanremo, che equivalgono a circa un terzo della durata dell’intera storia di quel Casinò, attivo dal 1905. Ige Magazine ha realizzato questa intervista, superando la coltre di riservatezza dietro la quale Di Giuseppe ha costantemente operato.
Dottor Di Giuseppe, da un trentennio lei opera nella struttura di vertice dell’area amministrativa del Casinò di Sanremo. Da questa posizione come ha visto cambiare l’attività amministrativa dei casinò in Italia in questo lungo tempo?
“Sì, una storia lunga. In questi decenni di lavoro sono stato testimone di cambiamenti profondi, pervasivi e ripetuti. A partire dagli anni novanta del secolo scorso le Case da Gioco italiane sono state investite da un’autentica alluvione normativa, frequentemente di origine comunitaria o eurounitaria, che ha elevato drasticamente l’asticella della compliance su diversi fronti. All’incremento del numero e della complessità degli adempimenti ha contribuito, inoltre, l’adozione dello strumento della società per azioni in mano pubblica, comune alle quattro case da gioco. I versanti sono molti e ben noti: dal quadro normativo fiscale e societario alla sicurezza sul lavoro, dalla protezione dei dati personali alla prevenzione del riciclaggio di capitali di provenienza criminosa, alla prevenzione della corruzione, fino alla responsabilità ‘penale’ delle persone giuridiche, solo per citare i più rilevanti. Ritengo che le società che gestiscono i casinò italiani costituiscano un caso particolare, perché agli obblighi di compliance comuni alle società di capitali si sommano quelli che gravano sulle società in controllo pubblico, e che entrambi si aggiungono agli adempimenti e alle inibizioni correlati alla natura e alla complessità peculiari del business, come l’antiriciclaggio o le limitazioni legali delle attività promozionali. Inoltre alcune case da gioco, come quella di Sanremo, sono entrate nel mercato dei giochi online, dovendo quindi affrontare anche la mole nutritissima di impegni amministrativi portati dai rapporti di concessione intrattenuti con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli.”
Nello sforzo necessario per affrontare queste sfide quali sono state le principali criticità?
“Le criticità sono state moltissime. Basti pensare che le strutture amministrative delle Case da gioco hanno dovuto far fronte a questa rivoluzione mentre il mercato subiva gli sconvolgimenti conseguenti all’ampliamento massiccio dell’offerta dei giochi da parte dello Stato, e mentre giungeva in Italia l’onda lunga della crisi economica innescata dalle crisi finanziarie esplose negli Stati Uniti dal 2008 in poi. In sintesi: crescita imponente degli impegni e riduzione drastica dei livelli di produzione e, quindi, delle risorse. Più in particolare, ulteriori complicazioni sono state determinate dalle incertezze sulla qualificazione giuridica delle case da gioco, che almeno fino a metà degli anni novanta hanno reso vieppiù complicato, in molti casi, definire con precisione il perimetro degli adempimenti obbligatori.”
Quali, per contro, lei ritiene siano state le leve più efficaci azionate?
“Le leve più importanti sono state l’impegno, la diligenza, l’aggiornamento continuo delle donne e degli uomini che nelle strutture amministrative dei casinò italiani, a tutti i livelli, da quelli apicali dei consigli d’amministrazione fino ai ruoli esecutivi, hanno profuso le loro energie e le loro intelligenze per consentire che l’esercizio di attività così delicate, in periodi così difficili, potesse avvenire in condizioni di legalità e di sicurezza. Per alcuni, soprattutto nei ruoli apicali, i sacrifici sono stati importantissimi.”
Lei ha operato in Federgioco fin dagli albori dell’associazione di categoria. Qual è stato il ruolo di Federgioco in questo lungo periodo?
“Ricordo ancora bene l’entusiasmo che permeava gli attori dei primi passi nell’ideazione e nella successiva nascita dell’associazione, dalla metà degli anni novanta. Probabilmente sono uno degli ultimi, se non l’ultimo, ancora in attività tra coloro che se ne occuparono per le quattro case da gioco. Federgioco ha attraversato fasi alterne. La lunga storia dei casinò italiani è certamente un loro punto di forza, per esempio in termini di know how e brand awareness. Ma non sempre è agevole raggiungere sintesi e posizioni comuni tra imprese così ricche di storia e, conseguentemente, di peculiarità ed elementi di eterogeneità. Non sono da sottovalutare, tuttavia, i cruciali risultati che sono stati ottenuti quando le quattro case da gioco si sono mosse con coesione e unità di intenti. Mi piace ricordare, in particolare, la proficua collaborazione con il Dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e delle Finanze nell’istruzione dei decreti legislativi di recepimento delle direttive europee antiriciclaggio. Ritengo che siano stati ottenuti importanti risultati al fine di rendere compatibile la normativa nazionale con la tutela della capacità produttiva e occupazionale delle quattro case da gioco. I temi ancora meritevoli di approfondimento e maggiore definizione non mancano, ma il lavoro compiuto negli anni passati non può essere sottovalutato. Credo che il ruolo attivo costantemente interpretato in questi rapporti abbia contribuito a fare sì che proprio il Casinò di Sanremo, con quello di Venezia, sia stato individuato dal ministero dell’Economia e delle Finanze per il confronto con gli ispettori internazionali della Financial Action Task Force, sviluppatosi nel luglio 2024.”
Tornando alle principali criticità, perché il tema della qualificazione giuridica ha costituito un elemento di difficoltà soprattutto decenni fa?
“Perché rispetto agli inizi della mia carriera su questo versante abbiamo certamente più chiarezza. Benchè non siano mancate sporadiche espressioni di segno opposto, almeno a partire dal 1994 si è andato formando un solido orientamento giurisprudenziale che qualifica quella esercitata dalle società che gestiscono le case da gioco quale attività di natura commerciale condotta nel contesto di un mercato concorrenziale, ed esclude che esse possano essere qualificate gestori di pubblici servizi. Questa qualificazione è stata, peraltro, fatta propria dall’Autorità nazionale anticorruzione con la deliberazione del 2018, a seguito di un’interlocuzione avviata dal Casinò di Sanremo.”
A proposito dell’Autorità nazionale anticorruzione, lei è anche responsabile per la Prevenzione della corruzione e per la trasparenza. Recentemente Anac ha reso note nuove linee guida in materia di whistleblowing. Come si è organizzato il Casinò di Sanremo a questo proposito?
“Mi occupo di implementazione di strumenti di prevenzione della corruzione, in posizione di responsabile, da molti anni. Si tratta di una responsabilità e di un impegno gravosi, ulteriori rispetto ai numerosi altri affidatimi nel tempo, dai quali, fisiologicamente, è previsto che io sia sollevato in tempi non lunghi, anche al fine di rispettare le indicazioni fornite da Anac in relazione alla durata del mandato.
Per quanto riguarda, in particolare, il whistleblowing, Casinò di Sanremo Spa ha affrontato anche questo tema con la sensibilità sociale e l’attenzione per la legalità consuete, dipendenti anche dalla sua condizione di soggetto controllato da una pubblica amministrazione, e che ne hanno sempre fatto e ne fanno un contesto lavorativo protetto.
Casinò di Sanremo Spa ha aderito alla piattaforma telematica di Transparency International. Si tratta della notissima organizzazione internazionale che annualmente pubblica la classifica mondiale dell’indice di percezione della corruzione. L’utilizzo della piattaforma telematica comporta molti vantaggi per la sicurezza del segnalante e consente di offrire garanzie di confidenzialità.
La protezione della riservatezza dei segnalanti è assicurata e ogni ipotesi di condotta ritorsiva nei loro confronti non solo è da considerare come destituita di fondamento: è semplicemente irrealistica.”
foto tratta dal sito del Casinò di Sanremo





