La commissione Antimafia del consiglio regionale della Lombardia approva la Relazione sulle audizioni in materia di gioco d’azzardo e ludopatia.
Sì della commissione Antimafia del consiglio regionale della Lombardia alla Relazione sulle audizione di gioco d’azzardo e ludopatie. Lo rende noto la presidente della commissione, Paola Pollini (Movimento 5 Stelle), che evidenzia la proposte contenute nella relazione approvata, volte all’aggiornamento della legge regionale sul gioco: “rafforzare gli strumenti di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni mafiose; migliorare la collaborazione con gli organismi statali di vigilanza e con le forze dell’ordine specializzate; aggiornare il quadro normativo regionale tenendo conto delle trasformazioni del settore, con particolare attenzione al gioco online e alle nuove modalità di pagamento; proteggere le fasce più esposte della popolazione, prevenire il gioco patologico e tutelare la legalità nei territori lombardi”.
La relazione della Commissione rappresenta quindi “un passaggio fondamentale per definire una strategia regionale più moderna, efficace e aderente alle dinamiche attuali del fenomeno. L’obiettivo è preservare la legalità, tutelare cittadini e operatori, e rafforzare la capacità della Lombardia di prevenire e contrastare ogni forma di penetrazione criminale nel settore del gioco”, osserva Pollini, secondo la quale le audizioni svolte “hanno consentito di approfondire con maggiore chiarezza l’estensione dell’influenza e del controllo esercitato dalla criminalità organizzata sulle attività connesse al gioco, in tutte le sue forme: dal gioco d’azzardo completamente illegale a quello in regime concessorio dello Stato, il cosiddetto gioco pubblico. Il legame tra gioco d’azzardo e criminalità è radicato storicamente e le mafie hanno saputo sfruttarlo sin dalle loro origini. Nel momento in cui il gioco d’azzardo è divenuto attività illegale o riserva dello Stato, le organizzazioni criminali si sono strutturate per gestire un mercato parallelo, fondato sulle tradizionali bische clandestine e su migliaia di punti di gioco irregolari diffusi sul territorio”.
Dalle indagini e dalle audizioni, inoltre, “emerge in modo inequivocabile come non vi sia oggi alcun comparto del gioco non soggetto a tentativi di infiltrazione mafiosa: dal poker alle scommesse sportive e non sportive, dai videopoker alle Awp, fino a diversi segmenti della stessa filiera commerciale. Nel tempo, le organizzazioni hanno sviluppato veri e propri sistemi piramidali per la distribuzione dei propri prodotti e per la riscossione del denaro, passando progressivamente dal contante ai pagamenti digitali, dalle carte prepagate ai wallet elettronici, fino all’utilizzo di gift card, voucher e, in alcuni casi, criptovalute.
In questo contesto, il ruolo delle istituzioni e delle forze dell’ordine si è rivelato determinante. La Polizia di Stato, già dalla fine degli anni Novanta, ha istituito un’articolazione specializzata dedicata al contrasto del gioco illegale e delle infiltrazioni criminali nel settore, con una rete di 29 nuclei interprovinciali di Polizia Giochi e Scommesse. Questa intuizione, nata dalla lungimiranza dell’allora Capo della Polizia, ha permesso di dotare il Paese di un presidio altamente qualificato in un ambito che, nel corso degli anni, si è evoluto rapidamente sul piano normativo, tecnologico e criminale.
Anche in Lombardia, una delle regioni maggiormente esposte per densità economica e concentrazione di attività del settore, la crescita dell’online, l’introduzione delle Vlt e l’ampliarsi del mercato del gioco pubblico hanno richiesto un sempre maggiore coordinamento istituzionale e un aggiornamento degli strumenti normativi regionali“.
foto tratta dalla pagina Facebook di Paola Pollini





