Controlli a posteriori nei casinò, una variabile non trascurabile

L’analista Mauro Natta si sofferma sul tema dei controlli nei casinò evidenziando l’importanza di quelli a posteriori.

 

di Mauro Natta

Quando leggo “se un giudice parla di assoluta inefficacia dei sistemi di controllo sta certificando una vulnerabilità strutturale”. Allora è logico domandarsi come si è potuto arrivare a tanto.
Non vorrei imitare nessuno ma una risposta è: questo è il problema!

Mi hanno dato del noioso, del petulante e del ripetitivo, quando erano bravi e gentili dell’incontentabile, eppure, anche se con molta probabilità, avevo un pochino di ragione.
Forse è vero perché mi ero concentrato sul controllo a posteriori piuttosto che su quello concomitante. Sono stato e sono certo, stante il fatto contestato, che il rapporto matematico tra i componenti il risultato del tavolo (netto + mance) potesse e possa risolvere anche diversi problemi fornendo risposte, complete e/o parziali, a tanti interrogativi.

Lo usavano, e per quanto ne conosco lo usano, al casinò di Sanremo; era ed è in grado di rispondere alle esigenze più diverse, volendo approfondire, anche di carattere puramente gestionale. Lo sostenevo e continuo a farlo quale validissimo supporto in tema di controllo sulla regolarità del gioco e credo di averlo dimostrato più di una volta.

Se da un lato una percentuale tra mance ed introiti può indurre ad una indagine più ampia ad esempio su qualità del gioco, sulla composizione in gettoni della rimanenza finale e delle mance, sul rapporto tra contanti cambiati al tavolo e risultato netto (mance escluse), dall’altro, nella annotazione di chi si è alternato a capo tavolo si può intuire e/o comprendere come potrebbero avvenire certi fatti. Sicuramente chi pare giochi o solamente faccia finta di giocare non poteva sfuggire all’attenzione di colui o coloro che, per professione, sono attenti a quanto accade al tavolo; bene inteso a mio parere personale.
Non conoscendo l’organizzazione del lavoro e del controllo della produzione, in ultima analisi, ritengo che le notizie dei bonifici potrebbero confluire solo nella contabilità ed amministrazione. Non vado oltre fermandomi al poco che conosco di quando lavoravo.

La costituzione di una task force, così è stato annunciato dall’amministratore unico del Casinò di Saint Vincent Rodolfo Buat nel corso della presentazione del Bilancio di sostenibilità 2024, pare la constatazione o l’ammissione di un deficit nel sistema di controllo. Mi sia concessa una domanda: come era possibile che fatti come quelli narrati siano potuti accadere?
L’affermazione che non esistono sistemi di controllo imperforabili mi pare non condivisibile, io ne conosco uno che funziona per quante critiche posso aver suscitato non tanto dal punto di vista applicativo quanto da quello della ripetitività, magari sotto aspetti differenti tra loro ma tutti mirati ad un solo risultato: la regolarità del gioco e degli incassi.

Una certezza, ritengo non solo mia, recepita anche dalla politica al massimo livello, è l’improrogabile analisi dell’organizzazione del lavoro e del controllo della produzione mirata alla comunicazione a terzi in tema di serietà della casa da gioco.
Se i fatti contestati dovessero essere confermati appare chiaro che il “comportamento organizzativo”, in generale, dovrà essere rivisto e ricondotto a una maggiore correttezza e trasparenza; tale risultato, come è noto non si ottiene con l’emanazione di nuove disposizioni e/o ordini di servizio (area amministrativa) ma richiede interventi mirati, atti a ripristinare l’insieme di quelle “buone pratiche” che, se metabolizzate da tutto il “personale a contatto col pubblico”, rendono alquanto improbabili eventuali tentativi di speculazione ai tavoli (area produzione), anche intervenendo, se necessario, a livello disciplinare.

Tutto per ovviare alla conclusione che la soluzione difficilmente potrà pervenire seguendo un percorso amministrativo (ad esempio, team di esperti di riciclaggio) ma, probabilmente, un percorso più credibile andrà ricercato all’interno delle sale da gioco, negli orari di apertura e nel momento di maggior afflusso (area tecnica di gioco) incrociando, in tempo reale e non “in differita” le informazioni provenienti dai tavoli, dall’ufficio cambio assegni e dalle casse di sala, con particolare attenzione ai movimenti generati da giocatori “presentati” da porteur.

Mi permetto una considerazione e una riflessione conseguenti alla selezione indetta per l’incarico di responsabile giochi francesi al casinò di Sanremo che non ha trovato alcuna candidatura idonea, una notizia che è nota sul sito del Comune trasparente. Credo che la questione meriti un approfondimento dedicato a parte che mi riservo in tempi rapidi.
Al momento non penso di esagerare se penso che la figura richiesta è paragonabile al direttore giochi ma non rileva nel ragionamento che segue. Quanto precedentemente narrato mira, a mio parere, ad evidenziare la difficoltà di reperire la figura per un incarico tanto delicato quanto complicato per la professionalità, la competenza e l’esperienza che richiede e alla quale poter consapevolmente affidare una siffatta responsabilità.

Sicuramente non si può pretendere e/o sperare di reperire chi dispone delle qualità appena richiamate unitamente alla cultura giuridica e non solo.
Per cercare una possibile soluzione atta a coprire le mancanze registrate nella organizzazione di cui trattasi mi sento in dovere di affermare l’indispensabilità dell’intervento di un vero professionista della materia da riconsiderare in ragione dei fatti lamentati che, sono certo, sarà doverosamente affiancato nelle materie nelle quali difetta, alle volte solo parzialmente, della dovuta competenza come ho cercato di evidenziare.

Precedentemente ritengo di aver concluso supponendo la conoscenza in campo contabile e amministrativo di tutti i lettori, è stato un errore al quale desidero porre rimedio se possibile.
Parlando di bonifici non posso non considerare quelli che un giocatore fa a favore della casa da gioco dove intende recarsi; di quelli che la casa da gioco, in alternativa ad un assegno, dispone per il pagamento di una vincita. Anche perché, essendo questa esente da imposta se adeguatamente certificata, è esente da imposta sul reddito delle persone fisiche se conseguita a norma della Legge Europea, mi pare del 2015.

Tornando al motivo per cui mi ritrovo su questo tema, penso che le operazioni appena richiamate passino dalla contabilità dell’azienda sia in attivo che in passivo del conto. Alla seconda operazione, stante la particolarità dell’azienda in parola, vi provvede chi è autorizzato e in servizio. Senza dubbio accrediti ed addebiti non potrebbero trovarsi se non sull’estratto conto e, prima ancora, nella contabilità.

 

Foto di Derek Lynn su Unsplash