Cangianelli (Egp Fipe): ‘Anche in Umbria il manifesto sulle regole chiare sul gioco’

Egp Fipe lancia anche in Umbria il manifesto per fare squadra tra imprese, istituzioni e terzo settore per fare squadra su regole chiare, tutela della salute e lotta all’illegalità.

Perugia – “Il gioco deve restare per tutti, dopo i 18 anni, solo uno dei modi per impegnare il tempo libero. Ma per convergere su questo obiettivo serve un patto di responsabilità condivisa. Con il Manifesto Egp Fipe vogliamo superare la logica dell’emergenza e offrire un contributo concreto ai legislatori nazionali e locali”. Ha esordito così il presidente Emmanuele Cangianelli nella seconda tappa del tour nazionale presso la sede della Regione Umbria a Palazzo Donini.

Serve un cambio di paradigma: dalla contrapposizione alla cooperazione. Se si vuole dare vita ad un sistema di gioco pubblico che sia sostenibile, trasparente e che tuteli nel modo migliore la salute delle persone, è indispensabile che tutti gli attori in campo facciano squadra.

È questo il pensiero di fondo che ha spinto Egp Fipe, l’organizzazione di categoria degli esercenti attivi nei giochi regolamentati, facente parte di Confcommercio, a organizzare una serie di incontri in tutta Italia e coinvolgere attivamente istituzioni, imprese e Forze dell’ordine nell’elaborazione di una piattaforma di provvedimenti che possano migliorare e rendere sempre più sicuro e affidabile il settore dei giochi pubblici.

Confronto Aperto”, il titolo scelto per questa iniziativa che arriva a Perugia per la sua seconda tappa, presso la sede regionale di Palazzo Donini a Perugia, alla presenza di esponenti delle istituzioni regionali, della Guardia di Finanza, dell’ADM (Agenzia Dogane e Monopoli) e delle imprese del settore. L’occasione giusta per illustrare la base programmatica dalla quale partire: il Manifesto “Regole, Salute, Territori”, elaborato da EGP FIPE, che ha invitato tutti i presenti a condividerne le nuove linee di indirizzo.

Cangianelli ha spiegato ancora meglio qual è il focus del Manifesto: “Chiediamo regole certe e uniformi, con orari di apertura unificati su tutto il territorio nazionale e una distribuzione equilibrata dei punti vendita, essenziale per non lasciare campo libero al gioco illegale. Solo così gli operatori seri potranno investire in sicurezza, tutelando i consumatori e rafforzando la funzione di presidio di legalità che da sempre ricoprono i punti vendita dotati di concessioni, dove la formazione del personale e, soprattutto, le nuove tecnologie fanno la differenza. Penso a strumenti digitali di autoesclusione, all’adozione di terminali a controllo remoto sicuro, all’incentivazione all’uso di sistemi di pagamento che possano migliorare la trasparenza del consumo, all’impiego dell’Intelligenza artificiale per garantire, nei punti a libero accesso, il controllo dell’età direttamente sui device di gioco”.

Le regole uniformi per le imprese devono poi accompagnarsi, secondo Egp Fipe, a un’equa compartecipazione di Regioni e Comuni al gettito dei giochi, destinandolo a politiche socio sanitarie finalizzate a ridurre l’esclusione sociale, vera concausa di molte dipendenze tra le quali il gioco compulsivo. Dove non arriva la prevenzione primaria, infine, deve arrivare la mutualità: in questo le aziende aderenti a FIPE sono pronte a fare la loro parte insieme alle Asl e alle realtà del Terzo settore per intercettare i soggetti problematici e massimizzare informazione e controlli prima della generazione di dipendenze.

L’appello è per porre fine, in fase di riordino, alla stagione dello squilibrio fiscale e normativo che negli ultimi anni ha determinato un’impennata incontrollata di forme di gioco online, non sempre pienamente controllate, a scapito dell’offerta nei punti vendita. “Se lavoriamo in squadra – conclude Cangianelli – possiamo davvero essere efficaci. Ma se continuiamo con le contrapposizioni, finiremo per lasciare ampi spazi ai pirati del gioco, ben lieti di approfittare di una domanda che permane comunque diffusa”.

Cangianelli ha affrontato anche un tema di tipo semantico che non è assolutamente secondario:Questo è il secondo incontro di una serie di confronti sul territorio, confronti aperti perché ci piace incontrare tutti i soggetti dell’economia, della società, del territorio che hanno un qualche contatto col tema del gioco con vincite in denaro. Io lo chiamo in questo modo perché intanto si parte anche in questa materia con le disquisizioni pericolose che per tanto tempo si legge per esempio la stampa di ludopatia che è un termine orribile perché semplifica temi più complessi che sono tra quelli che quando possono chiamarli tecnici di gioco da quanto. Però nello stesso tema va anche detto che non aiuta a non distinguere chi opera in trasparenza con le concessioni che tra l’altro sono il codice penale del gioco oscuro che non si vede, che non è controllabile dalle istituzioni. Questo è solo un tema per dire che la materia è complessa spesso anche sui termini con i quali ci si lavora”.

Il focus sull’Umbria: “È sempre un piacere essere in questi luoghi bellissimi per la storia e per l’arte. Stavo commentando prima con qualcuno che rispetto alla tendenza nazionale l’Umbria è leggermente migliore, se andiamo a vedere i dati aggregati sia dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli che quelli di tipo epidemiologico e sociale. Negli ultimi anni siamo in grado di dare in modo indipendente dei parametri di struttura oltre ai milioni di euro giocati. E proprio su questo l’Umbria va un po’ meglio su molti indicatori. Purtroppo segue la linea della tendenza generale dell’esplosione del gioco degli under 18, che è un fenomeno collegato. Mi serve partire da questo dato per rappresentare l’urgenza del cambiare le normative a livello nazionale proprio per eliminare queste distorsioni oltre al contrasto all’illegalità e le soluzioni da mettere in campo per ridurre il gioco compulsivo e provare ad annullare il gioco minorile”, ha concluso.