L’analista di gaming Mauro Natta esamina il tema dei controlli nei casinò: oltre quello a posteriori, c’è pure quello concomitante.
di Mauro Natta
Mi sono reso conto che, forse, l’argomento controllo a posteriori ha stressato molti lettori; esiste un’altra tipologia di controllo, quella concomitante. Conosco come si svolgeva ai miei tempi, non come si svolge ora e sarebbe molto interessante conoscerne lo svolgimento, particolarmente in questo momento che potremmo definire non troppo felice.
Vorrei por mente, per quanto mi ricordo stante gli anni da pensionato e l’età, al compito che svolgevano i rappresentanti della proprietà nel controllare il come di era formato l’imponibile sul quale veniva pagata, dal concessionario, la decima dovuta alla Regione sulla scorta del disciplinare.
Chiaramente un controllore era sempre presente all’apertura e alla chiusura del tavolo, al conteggio dei contanti cambiati dai giocatori al tavolo da gioco, insomma per determinare il risultato conteggiando, se effettuate, le aggiunte eventuali certificate da un collega, e delle mance.
Infatti all’articolo riguardante il controllo si legge che “nessun tavolo o gioco può essere aperto o chiuso senza la presenza di un rappresentante di Regione, nominato dal presidente dedll Regione autonoma Valle d’Aosta”.
Durante la partita il controllore aveva la possibilità, tramite richiesta all’ispettore di gioco in servizio, all’occorrenza, di conoscere il nome di un giocatore anche tramite l’intervento di un addetto al segretariato (ufficio tessere ingresso), essere messo al corrente del gioco per qualità e quantità.
Il controllore non aveva alcun contatto col cliente che interloquiva con l’ispettore e, se del caso, con direttore o suo vice.
Quanto succedeva, risolto o meno, era oggetto di comunicazione al capo servizio; il compito del controllore terminava con il rapporto e poteva proseguire per eventuali approfondimenti.
Certamente la mia curiosità mi porta a sperare di conoscere, prima o poi, il funzionamento dell’Ufficio cambio assegni relativamente alla dotazione, alla sua integrazione in chiusura e ad eventuali altre operazioni di quadratura.
Desidero chiarire che quanto immediatamente precede lo considero un arricchimento della procedura che conoscevo avendo terminato la carriera come cassiere di sala preceduta, però, da contabilità e bilancio, ufficio cambio assegni che allora si chiamava fidi, cassiere centrale e croupier ai giochi francesi.
Ed ecco che la mia curiosità di è spinta sino a ricercare notizie sulla introduzione della voce “bonifici” all’art. 5 del disciplinare che sono state approvate in Consiglio e, prima ancora, nella commissione competente.
Quando lavoravo, ricordo gli ultimi tempi, i bonifici non erano contemplati nel disciplinare, ecco come era e come, mi pare, dovrebbe essere l’articolo in discorso.
Art. 5 come era Cambio assegni “Al fine di incrementare la produttività della Casa da gioco, Casino Spa, nel pieno rispetto delle leggi vigenti in materia, con particolare riferimento alla normativa antiriciclaggio, è tenuta a garantire, tramite il proprio ufficio cassa assegni ed a proprio rischio, la provvista di gettoni di gioco alla clientela, contro rilascio di assegni di conto corrente o circolari. Resta esclusa ogni partecipazione di Regione ai rischi e ai danni conseguenti a tali operazioni”.
Art. 5. Acquisto di mezzi di gioco. Casino Spa, nel pieno rispetto delle leggi vigenti in materia, con particolare riferimento alla normativa antiriciclaggio, e valutaria, è tenuta a consentire, tramite il proprio ufficio cassa assegni ed a proprio rischio, la provvista di gettoni di gioco alla clientela, contro rilascio di assegni di conto corrente o circolari e di bonifici. Resta esclusa ogni partecipazione di Regione ai rischi e ai danni conseguenti a tali operazioni”
Ho tentato di capirci qualcosa e subito ho pensato alla non esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche per le vincite al gioco realizzate nelle case da gioco della Unione Europea con l’obbligo di provarle. Ed ecco che mi pare un mezzo idoneo per giustificare una vincita al gioco così come lo può essere un assegno intestato sl vincitore. Certamente non mi è sembrato il caso di approfondire una simile possibilità.
Allo stesso tempo il bonifico potrebbe rappresentare il mezzo più adeguato per trasferire una somma senza correre il rischio di averla in contanti evitando, penso, con un mezzo tracciabile un pericolo eventuale e possibile.
Ritengo di poter aggiungere immaginando la motivazione a conforto della razionalizzazione delle modalità di acquisto dei mezzi di gioco. Il tutto mirato, continuo a credere, ad incrementare il modus operandi del gestore e, insieme, ampliando con maggiori possibilità presentate alla clientela, la domanda.
Definitivamente concludo con alcune considerazioni di carattere diverso in quanto al tema: organizzazione del lavoro relativo alla produzione. Trattasi di una convinzione che ha sempre albergato nei miei pensieri, quando lavoravo, e che non mi è stato possibile sperimentare vista la mia carriera lavorativa.
Pensavo e lo tenevo per me che la soluzione, che d’altra parte si trovava spesso quale argomento di specifiche conferenze, era e continui ad essere la comunicazione tra reparti e, più ancora, tra responsabili.
Cerco di spiegare il pensiero: ogni reparto funziona bene al proprio interno ma insieme ad altro non è così. Forse è il raccordo che manca o è deficitario. Mi sento di proporre un esempio di quanto intendo: uno vede un giocatore che gioca e non sa quanto cambia, l’altro vede un giocatore cambiare ma non sa quanto gioca. O, forse, sono fuori strada?
Foto di mari lezhava su Unsplash





