Tar Campania: una sala giochi resta chiusa per rischio infiltrazioni criminali

Rigettato il ricorso di una società che gestisce una sala giochi di Vairano Patenora, piccolo centro in provincia di Caserta: secondo il Tar Campania c’è il rischio di condizionamenti criminali ancora troppo elevato.

“Il rischio di condizionamenti criminali all’interno della compagine societaria appare ancora troppo elevato per giustificare una sospensione della misura”. È la motivazione principale che ha convinto i giudici del Tar Campania a rigettare il ricorso presentato dalla società che gestisce una sala giochi di Vairano Patenora, piccolo centro in provincia di Caserta. Il punto era stato oggetto di un provvedimento interdittivo antimafia “sorretta da una struttura argomentativa solida e basata su una pluralità di elementi valutati come oggettivamente significativi rispetto al profilo delle infiltrazioni mafiose”.

Il Tar ha richiamato in particolare alcuni rapporti contrattuali intercorsi tra la sala giochi e imprese che, negli anni, sono state a loro volta destinatarie di interdittive antimafia. Un quadro ritenuto idoneo a dimostrare un potenziale rischio di collegamenti indiretti con contesti criminali locali, tale da giustificare la linea di cautela adottata dal Prefetto.

Per il Tribunale amministrativo, la prevenzione assume un ruolo centrale in un settore – quello delle sale da gioco – storicamente sensibile ai tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. Da qui la scelta di non concedere alcuna sospensiva in attesa del giudizio di merito, che verrà discusso nei prossimi mesi.

Resta quindi confermato l’obbligo di chiusura immediata dell’attività, già disposto dal Comune dopo la revoca dell’autorizzazione. La società ricorrente, che aveva chiesto di poter continuare a operare almeno temporaneamente, dovrà mantenere serrata la sala giochi fino a un eventuale futuro pronunciamento favorevole.

La decisione del Tar rappresenta un passaggio significativo nella gestione amministrativa delle misure antimafia, ribadendo l’importanza del principio di prevenzione in presenza di indicatori considerati rilevanti, anche qualora non si tratti di fatti penalmente accertati.