Nel 2024 affidamento in extremis a Hippogroup, ora la società non è più disposta a gestire l’impianto: aperta procedura di gara da 5 milioni, pochi giorni per manifestare interesse.
È di 31 lavoratori a tempo indeterminato, più 20 con contratto a termine il bilancio dei licenziamenti avviati dalla società Hippogroup che storicamente gestisce l’ippodromo romano Capannelle; il totale dei posti a rischio, in realtà, è di centinaia di unità.
Un indotto da capogiro per un impianto così esteso da ospitare ben 500 cavalli; la stima per la sola manutenzione, come da disciplinare di gara, è di 2 milioni di euro l’anno. Cinque quelli richiesti a operatori economici interessati, ma soprattutto qualificati, per l’affidamento del servizio di gestione, custodia e conduzione dell’ippodromo.
Una procedura aperta dal Comune di Roma Capitale solo il 28 novembre scorso, con scadenza dei termini il prossimo 5 dicembre.
Negli atti del Campidoglio si legge: “Stante la necessità di comunicare al Masaf il nominativo della società di corse detentrice dell’ippodromo delle Capannelle ai fini dell’espletamento delle corse al trotto e al galoppo per l’annualità 2026, il direttore pro tempore della Direzione Sport ha chiesto di confermare la disponibilità allo svolgimento delle predette attività sportive per l’annualità 2026.
Stante l’assenza di riscontro alle predette note, il 27/11/2025, è stato chiesto ulteriormente alla suddetta Hippogroup di confermare l’impegno al rispetto degli obblighi del Disciplinare per l’annualità 2026, rappresentando che in assenza di riscontro entro il termine ultimativo del 28/11/2025, alle ore 12.00, questa Amministrazione avrebbe dato atto della rinuncia alla detenzione provvisoria per l’annualità 2026.
Quello stesso giorno la società Hippogroup Roma Capannelle S.r.l. ha confermato la cessazione di ogni attività presso l’impianto alla data del 31.12.2025, indicando come giorno per l’espletamento delle operazioni di riconsegna dell’Ippodromo il 05.01.2026″.
I tempi ora sono strettissimi e giova ricordare, come già nel 2024 la gestione da parte di Hippogroup fosse in discussione, in quel caso per un contenzioso aperto dal Comune nei confronti della società che risultava inottemperante nel pagamento del canone di concessione.
Nell’interesse sportivo, economico e culturale di mantenre l’ippodromo in funzione, in assenza di proposte di gestione alternative, la custodia rimase proprio in capo a Hippogroup. Ma oggi che la stessa pare definitivamente intenzionata a gettare la spugna, per il Comune si ripropone il problema, con annessi costi sociali.
Il rischio concreto è che alla data del 5 dicembre, ci si ritrovi a raccontare di una nuova gara andata deserta. E a quel punto?
«Forse – commenta il sindacalista di Fisascat Cisl, Carlo Bravi, a quel punto è auspicabile che Hippogroup torni sui propri passi. Da parte nostra – spiega – l’interesse è quello di salvaguardare l’occupazione atraverso la migliore soluzione possibile. La procedura – osserva – è complessa».
Proprio così. Il Comune in questo senso è già considerato tra l’incudine e il martello. Le buone intenzioni ci sono, ma semplificare le procedure non è così semplice e gli spazi di manovra di un ente, sottoposto al controllo della magistratura contabile, sono sempre piuttosto limitati.
Nel 2024, l’affidamento a Hippogroup, in assenza di altri operatori, un’operazione che gli addetti ai lavori definiscono ‘borderline’.
Il contesto dell’intesa, a salvaguardia di un impianto simbolo, insomma, deve necessariamente prendere il largo e coinvolgere probabilmente anche il Masaf nella misura in cui eroga fondi per l’attività delle corse, secondo specifici criteri. Se vi siano margini perché Hippogroup ci ripensi, ritiri i licenziamenti e rimetta alle istituzioni la propria disponibilità a proseguire nella gestione, i sindacati cercheranno di scoprirlo domani quando incontreranno i vertici.
Quel che è certo è che, al di là dell’appetibilità che Capannelle può avere per la versatilità della location, aperta anche a eventi e concerti, le corse ippiche restano la destinazione d’uso prevalente.





