Corruzione verso pubblico ufficiale e gioco, avvocato Caroppo: ‘Dlgs 231, un caso pratico di applicazione’

L’avvocato Marco Caroppo, consulente di As.tro, effettua una disamina di un caso pratico di applicazione del Dlgs 231/01 per quanto riguarda la corruzione verso pubblico ufficiale.

 

Nuovo contributo giuridico dell’avvocato Marco Caroppo, consulente As.tro, sempre avente per oggetto l’analisi del Dlgs 231/2001 e gli strumenti di prevenzione dei reati previsti da tale normativa che possono essere adottati all’interno delle aziende, con approfondimenti specifici legati al settore del gioco pubblico.

Dopo aver esaminato, in un precedente articolo, un caso pratico – simulato – che potrebbe verificarsi in ambito aziendale, di seguito il quarto articolo che analizza un altro caso, legato ai delitti di corruzione verso pubblico ufficiale.

Tra i reati presupposto di cui al Dlgs 231/01 rientrano quelli contro la Pubblica Amministrazione, disciplinati dagli artt. 24 e 25 del decreto.

Nello specifico, si segnala la fattispecie di corruzione.

Il Dlgs 231/2001 prevede, in caso di commissione di tale reato, sanzioni pecuniarie e interdittive, fino alla sospensione o revoca di autorizzazioni e concessioni, laddove il reato sia stato realizzato nell’interesse dell’ente e il modello organizzativo risulti assente o inefficace.

Nel settore del gioco legale soggetto a concessione, i rapporti con l’Autorità Pubblica sono costanti e, pertanto, il rischio potenziale di commissione del reato di corruzione risulta significativo.

Analizziamo ora un caso pratico – simulato – che potrebbe verificarsi in ambito aziendale.

Come sempre i nomi sono di fantasia ed il caso proposto è simulato a fini didattici e non riguarda fatti reali.

La società

La Omega Dollar S.r.l. opera, come società autorizzata, nel settore delle scommesse e del gioco online.

L’azienda non ha adottato un Modello Organizzativo ai sensi del Dlgs 231/2001.

Il fatto

La società attraversa un periodo di stress operativo in quanto è in corso l’iter necessario per accedere al rinnovo della concessione. L’ufficio commerciale ha già attivato una nuova campagna di investimenti sulle future attività e teme che i ritardi dell’Autorità Pubblica possano comportare perdite economiche rilevanti.

Il direttore commerciale viene incaricato dalla società di seguire attentamente l’iter presso l’Autorità preposta.

Durante un incontro presso la sede dell’Autorità, un funzionario comunica che i tempi di valutazione della richiesta di rinnovo saranno dilatati a causa dell’enorme carico di lavoro.

Nel corso del medesimo colloquio il funzionario racconta che un suo parente è titolare di una società di consulenza attiva nel settore del gioco legale.

A quel punto il dirigente della Omega Dollar decide di affidare un incarico di consulenza alla società riferibile al parente del funzionario del valore di euro 10.000,00, avente ad oggetto una generica “analisi dei dati di gioco e strategie di investimento”.

Tale incarico non ha giustificazioni operative in quanto la Omega Dollar non necessita di alcuna analisi dei dati e non ha mai previsto o pianificato tale attività.

Dopo alcuni giorni dal pagamento del compenso di cui al contratto di consulenza, il parere necessario al rinnovo della concessione viene rilasciato con tempistiche addirittura anticipate rispetto a quelle ordinarie.

Il reato presupposto rilevante ai sensi del Dlgs 231/01

Dalla condotta del dirigente commerciale e del funzionario pubblico origina una indagine e l’Autorità Giudiziaria, all’esito, contesta alla Omega Dollar il reato presupposto di cui all’art. 24, relativo al reato di corruzione, non avendo adottato l’azienda un modello organizzativo idoneo a prevenire tale reato, come previsto dagli artt. 6 e 7 del Dlgs 231/01.

Vantaggio dell’ente

In particolare, relativamente al vantaggio conseguito dall’azienda, esso viene individuato nell’aver ottenuto – illegittimamente – il rinnovo della concessione in tempi addirittura anticipati rispetto a quelli ordinari e a svantaggio di altri concorrenti il cui iter era stato attivato precedentemente.

Tale rinnovo determina il proseguimento dell’attività di gioco online senza interruzioni facendo salvi anche gli investimenti che erano stati effettuati in attesa del compimento dell’iter concessorio.

Le conseguenze processuali

Al successivo processo alla Omega Dollar viene irrogata una sanzione pecuniaria (proporzionata alla gravità del fatto) e la sanzione interdittiva della sospensione della licenza.

Conclusioni e possibili rimedi

Se Omega Dollar avesse adottato un Modello Organizzativo con procedure idonee alla prevenzione del reato contestato ed avesse istituito un Organismo di Vigilanza, avrebbe potuto dimostrare di aver attuato le misure per prevenire il reato de quo, andando, così, esente da responsabilità.

In particolare, avrebbe potuto provare che il modello organizzativo adottato conteneva specifiche procedure di sicurezza quali:

· procedure di due diligence per la valutazione del fornitore;

· procedure di approvazione della spesa per il contratto di consulenza incriminato;

· coinvolgimento della funzione marketing per la valutazione della necessità di avvalersi di un servizio di analisi dati;

· flusso informativo verso l’OdV relativo ai contatti con la P.A.;

· applicazione del protocollo interno sullo svolgimento dei rapporti istituzionali;

· formazione anticorruzione.

In presenza di tali presidi la società avrebbe potuto, dunque, invocare una responsabilità esclusiva del proprio dirigente commerciale – in accordo con il funzionario pubblico –, il quale avrebbe agito aggirando illecitamente tutte le misure di sicurezza attuate (ed attuabili) dalla Omega Dollar.

 

Foto di Jesus Monroy Lazcano su Unsplash