“Il fatto non costituisce reato”: piena assoluzione per un uomo di Cirò Marina che, a ridosso della risoluzione del contratto con il concessionario, non aveva versato il prelievo erariale unico dovuto.
Si chiude con una piena assoluzione della Corte d’Appello di Catanzaro, Seconda Sezione Penale, la vicenda che ha coinvolto un uomo di Cirò Marina, in provincia di Catanzaro in Calabria, inizialmente condannato a due anni e otto mesi di reclusione per peculato.
In primo grado il Tribunale di Crotone, a febbraio 2024, aveva ritenuto l’uomo colpevole di non aver versato circa 3mila euro di Preu, il prelievo erariale unico, essendo al tempo stesso assolto per la parte relativa al cosiddetto prelievo forzoso introdotto dalla Legge di Stabilità.
La difesa (l’avvocato Bernardo Procopio), in appello, ha ricostruito la vicenda evidenziando come per anni la società abbia sempre versato regolarmente il Preu senza imbattersi in alcuna inadempienza. La somma contestata riguardava gli ultimi due periodi contabili, a ridosso della risoluzione del contratto con il concessionario: dopo lo stop del rapporto il gestore non aveva più accesso alla piattaforma telematica del concessionario e non ha mai ricevuto una diffida formale relativa al residuo economico da versare.
La Corte d’Appello di Catanzaro ha ritenuto nulla l’accusa di reato per peculato e assolto l’uomo in formula piena.






