L’analista di gaming Mauro Natta si sofferma sulla futura gestione del Casinò di Saint Vincent prendendo spunto da un suo scritto del 1994.
di Mauro Natta
Continuo a fare pulizia della carta accumulata nel corso degli anni e, ogni tanto mi soffermo a leggere ciò che a suo tempo scrivevo. Questo è del 1994, non riporto direttamente la motivazione della narrazione.
“La presente relazione prende in esame i risultati delle case da gioco italiane a datare dal 1988 in quanto si appalesano da quel periodo i decrementi di quanto è stato, da sempre, l’elemento trainante: lo chemin de fer. Un gioco, questo, che rappresenta e costituisce il fiore all’occhiello di ogni casinò d’élite.
Elite e tradizione – intesa, quest’ultima, quale effettiva presenza dei giochi francesi e/o tradizionali – si completano con roulette e trente et quarante.
Si evince agevolmente dalle allegate tabelle (non comprese per la totalità) la tendenza di cui sopra, una tendenza che si ritrova, anche se non in egual misura, nelle altre case da gioco nazionali.
Vi è da notare che fattori esterni, estranei all’elemento prettamente tendenziale, possono aver influito sull’andamento dei risultati di gioco. Non sempre, infatti, lo spostamento a favore dei giochi americani è avvenuto naturalmente.
Ad esempio, per Saint Vincent, emerge la differente ripartizione dei proventi lordi di gioco tra Ente pubblico concedente (Regione) e gestore concessionario (72/28 per i giochi francesi e 61/39 per quelli americani).
Il più rilevante rischio di impresa, nella gestione di una Casa da gioco, è rappresentato dal cambio assegni”.
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Chi desidera conoscere il trend del periodo 1988/1993 può trovarlo in internet nel sito “Mauro Rossi – Controllori comunali Casinò Sanremo”dove li trova a datare dal 1986 sino al 2022 relativamente al mercato nazionale. Invece, riassuntivamente, indico gli introiti del 1988 e 1993 per Saint Vincent.
1988: roulette tradizionale 32.368.583, 30/40 4.198.019, chemin 11.355.571. 1993: roulette tradizionale 31.096.718, 30/40 7.032.855. chemin 10.298.535, black jack 6.333.357, roulette americana 21.288.652, punto banco 1.410.075, craps 2.246.701, slot machine 28.104.339. Aggiungo che nel citato sito trovate le quote di mercato e le presenze.
A distanza di molto tempo e con qualche esperienza in più mi permetto di incrementare il discorso in occasione dello studio da parte del concedente per il futuro gestionale del Casinò di Saint Vincent e dell’annesso complesso alberghiero.
Rammento che all’epoca delle rilevazioni riportate il gestore del Grand Hotel Billia era una società privata diversa da quella che gestiva, in concessione, la Casa da gioco. Che, forse, ma non ricordo da quale anno, erano due: una per i giochi francesi, l’altra per quelli americani.
Eccone un altro pezzo di quanto scrivevo all’inizio del 1994 in merito all’attività produttiva: la casa da gioco, pur nella sua atipicità, è una azienda come tante altre che producono servizi; due si appalesano i criteri direttivi: 1) adeguamento dell’offerta alla domanda, 2) ottimizzazione dei “servizi” offerti alla clientela.
Si evince, anche dai risultati delle altre case da gioco nazionali, che la clientela d’élite pur sussistendo, è divenuta via via più esigente anche per la concorrenza estera. Ma, ancor più, per il fatto che all’estero certi controlli alla eventualità dei quali va incontro il giocatore.
Per quanto al punto 1), visitando la concorrenza nazionale, si osserva la presenza di altri giochi in aggiunta a quelli praticati in loco: roulette americana, punto banco, fair roulette, craps e poker…
Passando poi ai “servizi” offerti alla clientela, la priorità assoluta è data dalla non comodità di accesso che dovrebbe essere rimossa costituendo il più rilevante deterrente.
Detta “scomodità”si aggrava allorché lo spazio destinato e/o destinabile al gioco diviene maggiore o poco facilmente raggiungibile. (*)
Non può nutrirsi dubbio alcuno al proposito dell’investimento che come ogni altro impegno economico deve essere valutato attentamente. Infatti, per calcolare la convenienza può essere a volte sufficiente considerare la percentuale delle “mance” di competenza della gestione.
Detti “proventi aleatori” possono tranquillamente superare l’investimento mirato. È pur vero che giochi come il trente et quarante e la roulette possono chiudere in perdita: è altrettanto vero che lo chemin de fer è una fonte sicura di entrate; rimane il rischio del cambio assegni più rilevante nell’ultimo dei giochi richiamati.
Non può, d’altra parte, sottacersi che le “mance” rivestono il ruolo, per l’azienda, di “ristoro” del passivo. L’importo delle mance nei giochi che maggiormente ne producono costituiscono un obiettivo che non deve essere perso di vista specialmente in prospettiva sia a breve che a medio termine.
Non vorrei annoiare oltre il limite che solitamente mi impongo, quindi, passo a considerare alcuni parametri che interessano le mie ricerche in merito al trend dei ricavi e che dovrebbero affiancarsi ai precedenti storici raccolti.
Percentuale della resa dei contanti cambiati al tavolo da gioco: roulette francese 22,7, fair roulette 18,0, roulette americana 26,6, trente et quarante 18,0 black jack 26,0;
percentuale delle mance rispetto agli introiti: roulette francese 50/54, fai roulette idem, rouelette americana 33, chemin 24-28, punto banco 17- 18, poker idem, black Jck 4 – 4,5;;
percentuali a favore del banco: roulette francese e fair 2.7027 combinazioni multiple e 17,3513 combinazioni semplici, black jack 5,2631. roulette americana 5.2631, punto banco 1,1496 chemin de fer idem o quasi, black jack 1,0468.
Quanto immediatamente precede non faceva parte della relazione riportata ma è ed era compreso nelle motivazioni che mi hanno spinto e che mi spingono ad adottare un determinato metodo per controllare la regolarità del gioco e degli incassi a posteriori; la qual cosa spesso e molto volentieri cito e di cui cerco di dimostrarne l’efficacia.
*Chiaramente non ho indicato la motivazione della relazione in parola ma posso assicurare che quanto lamentato si verificava e, molto probabilmente, si verifica per argomentazioni opposte.
Foto di Hadija su Unsplash





