La Fiamma tricolore scrive al prefetto di Como auspicando che si faccia chiarezza sui criteri che avevano portato alla nomina di Mario Venditti alla carica di presidente del Casinò Campione d’Italia.
La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, da parte della Procura di Pavia, del padre di Andrea Sempio, ipotizzando la “corruzione in atti giudiziari” nell’ambito del caso Garlasco, è occasione per la Fiamma tricolore di tornare a chiedere al predetto di Como Corrado Conforto Galli “attenzione istituzionale sulla vicenda riguardante l’ex procuratore aggiunto Mario Venditti e la gestione del Casinò di Campione d’Italia”.
In una lettera, il segretario organizzativo comasco del partito, Carlo Russo, sottolinea infatti che “tale inchiesta – che, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, coinvolgerebbe anche il dottor Mario Venditti, già procuratore aggiunto della Repubblica e, successivamente, vertice del Casinò di Campione d’Italia – pone inevitabilmente l’accento sulla necessità di garantire massima trasparenza e vigilanza nell’ambito di un’istituzione di rilevanza pubblica ed economica come la casa da gioco campionese”.
Pur ribadendo “con fermezza il principio di presunzione di innocenza”, la Fiamma tricolore ricorda di aver da tempo “segnalato alle competenti autorità l’opportunità che il dottor Venditti rinunciasse a incarichi direttivi all’interno del Casinò, proprio per evitare ogni possibile conflitto d’interesse o sovrapposizione tra funzioni giudiziarie e gestioni economiche. Oggi, purtroppo, i fatti sembrano confermare la fondatezza delle nostre preoccupazioni”.
Il partito ritiene inoltre opportuno che “venga verificato con la massima attenzione il percorso che ha portato l’ex procuratore aggiunto ad assumere tale incarico, nonché i criteri e le dinamiche che ne hanno accompagnato la nomina. È altresì necessario che vengano analizzati, con la dovuta trasparenza, gli atti di gestione e gli appalti disposti durante la sua permanenza ai vertici della casa da gioco”.






