Lunedì 17 novembre primo appuntamento in calendario alla Camera dei deputati.
Definizioni dell’attività di ippicoltura ai fini civilistici e disposizioni fiscali e previdenziali in materia; clausola di salvaguardia e disposizioni finanziarie. Queste le principali questioni che affronta la proposta di legge Disciplina dell’ippicoltura che sarà per la prima volta in discussione alla Camera, sulle linee generali, il prossimo 17 novembre, con seguito dell’esame il giorno successivo.
L’articolo 1 definisce l’ambito di applicazione delle attività di ippicoltura, che possono essere svolte in forma individuale o associata. Connesse all’attività di ippicoltura sono considerate: esercizio e gestione di stazioni di fecondazione, assistenza e gestione della produzione del seme; doma, addestramento, allenamento, custodia e ricovero dei cavalli; valorizzazione e promozione delle razze, autoctone e non autoctone, anche attraverso la partecipazione a manifestazioni ludiche e a raduni di turismo equestre; gestione di scuole di equitazione o utilizzo dell’equide per scopi sociali e d’ippoterapia; gestione o mantenimento degli equidi, anche qualora siano di proprietà di soggetti terzi non allevatori; promozione delle tecniche di ippicoltura, tirocini e attività formative in collaborazione con istituti scolastici, allevamenti e cliniche veterinarie; promozione e insegnamento delle attività di mascalcia.
L’articolo 2 prevede la clausola di salvaguardia, stabilendo che le disposizioni della presente proposta di legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. L’articolo 3 prevede la clausola di copertura finanziaria per gli oneri derivanti dall’articolo 1 pari a 5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2022.
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