Campione 2.0: ‘Domanda arbitrato Casinò, verificare autorizzazione al sindaco’

I consiglieri di Campione 2.0 Simone Verda e Gianluca Marchesini interrogano il sindaco ed effettuano una istanza di accesso in merito all’arbitrato presentato nei confronti di ex amministratori del Casinò.

 

Ha suscitato scalpore la notizia di “una prospettata domanda di arbitrato presentata dalla società Casinò di Campione spa – società Benefit, alla Camera arbitrale di Milano in data 9 settembre 2015, autorizzata dal sindaco Roberto Canesi, in rappresentanza del Comune di Campione, socio unico della suddetta società Casinò di Campione, nell’assemblea della stessa tenutasi il 19 dicembre 2024″. Sull’argomento intervengono i consiglieri di Campione 2.0 Simone Verda e Gianluca Marchesini che hanno presentato una istanza di accesso e interrogazione con risposta scritta e orale in consiglio comunale di Campione d’Italia estesa alla società Casinò Campione Spa.

Tenendo presente che “sarebbe stata proposta una azione di responsabilità tramite procedura di arbitrato nei confronti dei membri di precedenti organi amministrativi e di controllo, che non risulterebbero imputati nel noto processo penale in corso a Como, segnatamente i signori Giorgio Brenna, Paola Bezzola, Laura Edvige Bordoli, Cornelio Cetti, Giorgio Colato, Alessandro D’Onofrio, Giulio Di Matteo, Ugo Venanzio Gaspari, Eugenio Mascheroni, Antonio Leonardo Pasquini, Domenico Patrizi, Roberto Pezzella, Mauro Piazza, Alessandra Pilloni, Francesco Rezzonico, Margherita Romano, e Roberto Simone, ai quali sarebbe contestata l’adozione di atti commissivi ed omissivi di cattiva gestione oltre che di non aver predisposto i bilanci a decorrere dal 2011 in maniera veritiera e corretta nel rispetto della normativa applicabile e dei principi contabili tempo per tempo vigenti, nonché di aver proseguito con (e consentito) la prosecuzione dell’attività di impresa nonostante sussistessero, già a partire dal 30 aprile 2012, le condizioni per interrompere l’attività di impresa in conseguenza dell’allora già sussistente stato di dissesto che consolidandosi e incrementandosi nel tempo, avrebbe condotto al fallimento della Società nel 2018″, i due consiglieri osservano che “detta azione deve necessariamente esser stata preceduta da una specifica delibera autorizzativa da parte dell’assemblea del socio unico, ai sensi dell’art. 2393, c. 1, cc, anche per quanto riguarda gli impegni di spesa connessi all’esercizio dell’azione, se eccedenti la soglia di Euro 200.000, come previsto dall’art 15, co 2 dello statuto”. Inoltre, “sono stati informati del fatto che il presidente della società avrebbe richiesto una specifica delibera da parte del consiglio comunale di Campione d’Italia” e che “l’azione sarebbe stata altresì deliberata in consiglio d’amministrazione”.

A Verda e Marchesini è stato poi rappresentato che “le domande introdotte dalla società nell’arbitrato sarebbero inammissibili, parzialmente prescritte, infondatissime e temerarie“- Inoltre, “non sono al corrente di nessun atto deliberativo di consiglio o di giunta e neppure di alcuna determina dirigenziale che abbia autorizzato il sindaco Roberto Canesi ad approvare in assemblea la proposizione dell’arbitrato, né a loro risulta che l’invito a munirsi di delibera fatto dal presidente della società sia stato esaudito. Allo stato, pertanto, la proposizione dell’azione giudiziaria risulterebbe frutto solo di una iniziativa personale del sindaco Roberto Canesi”.

LE RICHIESTE – Campione 2.0 chiede dunque se “sia vera la circostanza della proposizione della domanda di arbitrato sopra descritta e, in tal caso si chiede di acquisire tutta la documentazione del Comune e della società a ciò attinenti; sia vera la circostanza che la proposizione di detta azione e l’eventuale spesa eccedente gli € 200.000,00 è stata deliberata in assemblea della società col voto espresso dal sindaco e, in tal caso si chiede di acquisire il verbale d’assemblea; esista o meno un qualsiasi atto deliberativo o determina che ha autorizzato il sindaco a quanto sub 2, anche a seguito e a soddisfacimento dell’invito che sarebbe stato formulato dal presidente della società” e chiedono anche di sapere se “il sindaco sia al corrente, abbia valutato o si sia munito di consulenze atte a dimostrare che l’attivazione della domanda di arbitrato potrebbe essere non pertinente e pertanto irricevibile visto che non si tratta di ‘controversie inerenti allo statuto’ ma eventualmente un’azione di responsabilità ‘mala gestio’ che andrebbe esperita in sede diversa”.

Questi quesiti, precisano, “vengono formalmente estesi anche alla Casinò di Campione Spa alla quale si chiede di dare autonoma e distinta risposta, a cura del direttore generale, essendo attualmente la società acefala del presidente”.