Manovra, oggi i numeri in Cdm: il testo in approvazione il 20 ottobre

Il testo della manovra in Consiglio dei Ministri il prossimo 20 ottobre mentre oggi saranno approvate le tabelle della legge bilancio, il cosiddetto Dpb da mandare a Bruxelles entro il 15.

La manovra finanziaria da 16 miliardi prende forma tra trattative politiche serrate e margini di bilancio sempre più stretti. Il governo approverà oggi il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles, ma il vero passaggio politico arriverà il 20 ottobre, quando il testo entrerà ufficialmente in Consiglio dei ministri. Mentre la maggioranza discute di Irpef, pensioni, sanità, imprese e banche, il comparto dei giochi pubblici si conferma uno dei capitoli strategici per la legge di bilancio: non ancora affrontato nei vertici tecnici, ma considerato essenziale per garantire coperture certe e per sciogliere nodi regolatori che non possono più essere rinviati.

Un settore da 11 miliardi di gettito sotto i riflettori
Il gioco pubblico rappresenta per lo Stato una fonte stabile di entrate — oltre 11 miliardi di euro annui — derivanti da imposta unica, Preu, canoni concessori e altri tributi. Dopo l’intervento del 2025 (incrementi fiscali e proroga biennale delle concessioni terrestri), anche quest’anno il comparto potrebbe contribuire in modo significativo alle coperture della manovra, senza introdurre nuove tasse generali. A rendere il dossier ancora più centrale c’è la recente pronuncia del Consiglio di Stato, che ha messo in discussione la legittimità delle proroghe delle concessioni terrestri, spingendo il governo a trovare una soluzione strutturale per slot, Vlt, bingo e scommesse.

Riordino dei giochi: capitolo “atteso” della manovra
Il riordino del gioco pubblico è tra i dossier pronti a rientrare nel perimetro della legge di bilancio, anche se non sarà affrontato nei primi passaggi tecnici. Dopo la riforma del gioco online, il comparto retail continua a operare in un quadro frammentato e disomogeneo. La delega fiscale prorogata al 2026 prevede un intervento di riordino organico per armonizzare la normativa tra Stato ed enti locali, garantire certezza regolatoria agli operatori, rafforzare la tutela dei consumatori e contrastare il gioco illegale e
mantenere un flusso stabile di entrate fiscali. Per una quadratura del cerchio che appare tutt’altro che semplice, ma necessaria. L’esecutivo potrebbe quindi sfruttare la manovra per anticipare alcune di queste misure e sciogliere i nodi più urgenti, tra cui: la regolamentazione del gioco online nei pubblici esercizi; la gestione delle concessioni terrestri dopo la sentenza del Consiglio di Stato; l’eventuale anticipazione di una gara mono-concessione per aumentare le entrate.

Il Consiglio dei ministri del 20 ottobre sarà quindi cruciale per capire non solo l’entità della Manovra – già stimata attorno ai 16 miliardi – ma anche la direzione che il governo intende intraprendere in via definitiva, dopo i vari annunci e le molteplici indiscrezioni. Il taglio dell’Irpef, la rottamazione quinquies, la sterilizzazione parziale dell’aumento dell’età pensionabile, aiuti alle famiglie, sanità, imprese, sono le principali misure che andranno a comporre la prossima legge di bilancio, ma al momento sono abbozzate soltanto a grandi linee. Ma la partita è ancora aperta. Il nodo da sciogliere è il contributo in arrivo dalle banche: le trattative proseguiranno fino all’ultimo e il punto di caduta dovrebbe fermarsi poco sotto i 3 miliardi. L’ipotesi sul tavolo, da cui arriverebbero 2,8 miliardi, prevederebbe un meccanismo che passa attraverso la vecchia tassa sugli extraprofitti. Mentre il Comitato esecutivo dell’Abi riunito ieri sera, “ha approvato all’unanimità di proseguire in via straordinaria nei contributi poliennali al Bilancio dello Stato, nella stessa logica concordata lo scorso anno, per il rilancio dell’economia e per la solidarietà sociale”.

Oggi il Documento programmatico di bilancio (Dpb)
Il testo della manovra, come anticipato, dovrebbe andare in Cdm il 20 ottobre, mentre oggi saranno approvate solo le tabelle della legge bilancio, il cosiddetto Dpb da mandare a Bruxelles entro il 15 ottobre. Il vertice di maggioranza di domenica sera (andato in scena a casa della premier Giorgia Meloni) non sarebbe stato risolutivo, come del resto il precedente. Al punto che alcune fonti governative parlano di una situazione ancora “interlocutoria”. La manovra “non è chiusa”, conferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti incontrando in mattinata a Palazzo Chigi le imprese. Mentre dalle organizzazioni di categoria arrivano molte sollecitazioni, dalla riduzione del peso fiscale sul ceto medio alla detassazione delle tredicesime, fino a transizione 5.0. Un grido d’allarme, in particolare, lo ha appena lanciato Confindustria, preoccupata perché da gennaio terminano tutti gli incentivi e “l’industria italiana è nuda”. Alla manovra “manca la parola crescita”, tuona da Milano il presidente degli industriali Emanuele Orsini. Al Mef intanto si lavora per chiudere il menù delle misure. Sapendo che la coperta è corta e che non tutti – tra associazioni e forze politiche – potranno essere accontentati.

Dal taglio dell’Irpef alla rottamazione
Definite le coperture economiche, il governo affronterà gli ultimi dettagli sugli interventi principali. Per quanto riguarda l’Irpef, l’orientamento è quello di ridurre di due punti la seconda aliquota, mantenendo invariata la soglia fino a 50mila euro. Sul fronte della nuova rottamazione dei debiti fiscali, la Lega spinge per una rateizzazione molto lunga — nove anni per un totale di 108 rate — mentre all’interno della maggioranza prende forma l’ipotesi di introdurre una sorta di “garanzia” tramite un acconto iniziale del 5%.
Per evitare l’effetto dell’aumento dell’età pensionabile previsto dal 2027, si sta valutando una parziale sterilizzazione della misura, con la possibilità che la questione venga risolta direttamente in Parlamento. Per l’esclusione della prima casa dall’Isee, si ragiona su un meccanismo “mirato”, con un limite massimo al valore catastale.
Sul fronte della sanità, con risorse attese per 2,5 miliardi, il ministro Schillaci punta ad ampliare l’organico con nuove assunzioni di medici e infermieri. Per le famiglie è in arrivo un pacchetto di misure da circa un miliardo: conferma del congedo parentale all’80%, bonus mamme, agevolazioni fiscali con il quoziente familiare, bonus libri e, probabilmente, un nuovo intervento sui fringe benefit.
Resta in programma anche la proroga del bonus ristrutturazioni al 50% per le prime case. Per le imprese, invece, si valutano la conferma dell’Ires premiale, un nuovo strumento che prenda il posto di Transizione 5.0 e aiuti per contrastare il caro energia. È inoltre allo studio la creazione di un Fondo per la ricerca, con l’obiettivo di garantire una programmazione stabile dei bandi.

L’attesa del comparto giochi
Per quanto riguarda il mercato dei giochi, i nodi da sciogliere sono i seguenti: se verrà confermata una proroga tecnica delle concessioni terrestri e con quali oneri; se verrà inserito un “pacchetto giochi” all’interno del testo della manovra o rinviato agli emendamenti parlamentari; quali misure di transizione saranno previste per accompagnare il settore verso il riordino definitivo. Il comparto giochi è da sempre una leva privilegiata per reperire risorse: nel 2025 ha garantito circa 400 milioni extra senza nuove gare. Il rischio è che questo schema venga riproposto, con oneri aggiuntivi a carico degli operatori. La legge di bilancio 2026 nasce con risorse limitate e priorità politiche definite — fisco, pensioni, imprese, famiglie — ma il comparto dei giochi resta una delle leve fiscali più “utili” per il governo. In gioco non ci sono solo nuove entrate per lo Stato, ma anche certezza normativa, sostenibilità economica e continuità operativa per migliaia di imprese e lavoratori. La partita è aperta — e, come spesso accade, si giocherà non solo nei testi ufficiali ma anche negli emendamenti parlamentari.

(Foto: Governo Italiano – Presidenza del Consiglio dei Ministri (Note legali), CC BY 4.0, via Wikimedia Commons)