Aumentare le tasse sul gioco ha obiettivi e nasconde rischi, la Malta gaming Authority intanto lancia strumento di autovalutazione per azzardo online consapevole, in Italia si anima il dibattito.
Da un lato c’è la Polonia che intende aumentare il gettito fiscale innalzando l’imposta sulle vincite dal 10% al 15% a partire da gennaio 2026, dall’altro la proposta del Partito dei Lavoratori brasiliano per aumentare le tasse sulle scommesse online al 24%. Il dibattito su come regolamentare e tassare il gioco d’azzardo è animato tanto nella più grande economia dell’America Latina, quanto nella Repubblica dell’Europa centrale e, a quanto pare, in vista del riordino ora posticipato all’estate del 2026, qualcosa inizia a muoversi anche in Italia.
In Brasile la proposta attualmente al vaglio del parlamento è l’aumento dell’aliquota sui ricavi lordi da gioco dal 12% al 18%. Come spiegato dal proponente si tratta di una misura tesa a colpire quei settori ritenuti sottotassati (BBBs -bets, banks and billionaires) ovvero scommesse, banche e miliardari, per rendere le scommesse meno attraenti e generando al contempo entrate aggiuntive per i servizi pubblici essenziali, in particolare l’assistenza sanitaria. I rischi che si celano dietro una manovra simile, tuttavia, sono piuttosto ovvi: una tassazione eccessiva potrebbe spingere gli operatori nella clandestinità o scoraggiare gli investimenti nel mercato regolamentato.
Allo stesso modo, nel Paese del vecchio continente, dove i legislatori stanno presentando la modifica come una necessità fiscale, gli operatori del settore la considerano una mossa miope. Nello specifico, se il ministero delle Finanze descrive la modifica come parte di una strategia volta a scoraggiare il gioco d’azzardo eccessivo e raccogliere fondi per il bilancio pubblico, i critici sottolineano che tasse più elevate spesso rendono meno attraenti le scommesse autorizzate.
Qui gli operatori pagano già un’imposta primaria sul gioco d’azzardo basata sul tipo di gioco. Le scommesse sono tassate al 12% delle puntate totali, mentre le slot machine sono soggette a un’aliquota del 50% sul reddito netto. Inoltre, i giocatori pagano un’imposta sulle vincite del 10%, riscossa direttamente dagli operatori autorizzati al momento del pagamento.
Ad accendere recentemente i riflettori sull’espansione del mercato illegale del gioco ancche la Ksa in Olanda che monitora i flussi per avere risposte sui comportamenti dei giocatori.
Giocatori che, in terra maltese, sono chiamati all’autovalutazione. Nel contesto mondiale del gioco d’azzardo l’autorità di regolamentazione del gioco a Malta ha infatti lanciato un nuovo strumento per aiutare i giocatori a valutare le proprie abitudini di gioco e promuovere il gioco responsabile. Lo strumento consente alle persone di riflettere sulle proprie abitudini e comportamenti di gioco in modo confidenziale e anonimo. È gratuito e accessibile a tutti. Di fatto si tratta di un questionario basato su prove, riconosciuto a livello internazionale; composto da nove semplici domande, valuta il comportamento di gioco tenendo conto di fattori sociali e ambientali. Gli utenti ricevono un feedback immediato e, se necessario, vengono indirizzati ai servizi di supporto professionale delle organizzazioni partner. Lo strumento fornisce anche informazioni sulle opzioni di gioco più sicure, tra cui limiti di spesa e strumenti di blocco delle scommesse.
Rispetto al comparto, tra interessi in gioco e rischi di conseguenze patologiche, insomma, tutto il mondo è paese: si va dalle normative per incrementare le entrate nelle casse dello Stato, a quelle per frenare il Gap, fino alle iniziative delle varie autorità che regolano il settore. Nel Belpaese, le entrate nelle casse dello Stato dal comparto sono considerevoli, parliamo di oltre 11 miliardi di euro l’anno; ma la materia va politicamente trattata coi guanti: il gioco ha mostrato, forse più di ogni altro campo economico, tante Italie differenti e anche qui numerose misure pensate per ridurre il Gap, non hanno generato gli effetti desiderati e anzi spesso hanno sovraccaricato la giustizia amministrativa se non anche incentivato offerte di gioco illegali. Dalla conferenza delle Regioni intanto la proposta da inserire nella prossima legge di bilancio: il gettito trasferito alla Regioni non abbia vincolo di destinazione.
Foto di Aidan Howe su Unsplash