Casinò Sanremo: ai martedì letterari omaggio a Eugenio Montale

Omaggio ai cento anni della silloge ‘Ossi di Seppia’ di Eugenio Montale ai Martedì Letterari del Casinò di Sanremo il 14 ottobre alle ore 16:30.

Un’inaugurazione dell’esposizione di libri e documenti relativi alla silloge provenienti dalla collezione del Gabinetto di Lettura del Vieusseux di Palazzo Strozzi a Firenze.
Martedì 14 ottobre ore 16.30 in collaborazione con il Gabinetto Scientifico-Tecnico del Vieusseux si celebra il Centenario della silloge “Ossi di Seppia” di Eugenio Montale. (1925-2025)
A relazionare sul tema il professor Francesco De Nicola, l’onorevole Riccardo Nencini, presidente del Gabinetto Scientifico-Letterario del Vieusseux, il dottor Michele Rossi, direttore del Gabinetto Scientifico-Letterario del Vieusseux.
Alle ore 16 nel foyer verrà inaugurata l’esposizione curata da Elisa Martini. Verranno esposti libri e documenti originali riguardanti la silloge provenienti dalla collezione del Gabinetto di Lettura del Vieusseux di Palazzo Strozzi a Firenze. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico sino a domenica 9 novembre.

Ossi di Seppia è la prima raccolta di Eugenio Montale. L’opera vede una prima pubblicazione nel 1925 per mano dell’amico editore Gobetti, ed è successivamente rieditata nel 1928 con l’aggiunta di alcune poesie, sempre in linea con il tono esistenzialista e fortemente realista della prima edizione.

Il titolo scelto dal poeta è espressione del sentimento di solitudine nel rapporto con la realtà che caratterizza la prima parte della sua opera. Montale rifiuta la tradizione con la fusione tra l’io poetico e il mondo naturale, così che il paesaggio ligure diventa nudo e desolato come un osso di seppia. Il sole è una presenza costante che grava su tutto ciò che raggiunge.

Il paesaggio naturale ed animale che l’occhio del poeta descrive è il simbolo del suo disagio esistenziale.
Il poeta non riesce più ad utilizzare la poesia per spiegare realmente la vita e il rapporto dell’uomo con la natura: la realtà stessa appare incomprensibile.

Ha necessità di esprimere questa percezione negativa del suo vivere, scegliendo volutamente un paesaggio spoglio ed essenziale, e un linguaggio poetico che si modella su questa profonda inquietudine personale. Solo di tanto in tanto si respira un anelito di speranza, che si frange nel “male di vivere” e in liriche eterne come I limoni, Non chiederci la parola, Meriggiare pallido e assorto.

Sguardo già a martedì 21 ottobre ore 16.30 per il ciclo “La cultura della legalità”: Claudio Clemente, già Comandante dei NOCS della Polizia di Stato, presenta: “La notte di Riofreddo. La vera storia dell’operazione Soffiantini” (Archivio storia).