Canesi: ‘Consiglieri comunali non danneggino immagine Casinò’, Campione 2.0 replica

Il sindaco di Campione d’Italia Roberto Canesi richiama tutti i consiglieri alla responsabilità istituzionale, il gruppo di minoranza Campione 2.0 risponde in modo critico.

 

“Accuse pubbliche infondate e delegittimazioni su giornali e tv hanno avuto come effetto non solo il danneggiamento dell’immagine dell’amministrazione comunale, ma soprattutto un grave pregiudizio nei confronti della società partecipata del Comune, che opera con impegno e professionalità per riassegnare alla Casa da gioco – con grande sforzo dalla riapertura della stessa – il posto centrale che ha sempre avuto non solo nella nostra comunità ma anche a livello europeo.” Lo scrive a tutti i consiglieri comunali il sindaco di Campione d’Italia Roberto Canesi, che nella lettera dal titolo “richiamo alla responsabilità istituzionale – grave danno all’immagine della società Casinò Campione e del Comune”, se la prende soprattutto con le dichiarazioni del consigliere Simone Verda alla trasmissione Ignoto X di La7.
I contenuti veicolati, a detta del sindaco, sono “gravemente lesivi dell’immagine e della reputazione della società partecipata, dipingendola in modo ingiustificatamente negativo come reticente e poco trasparente, senza che le sue reali posizioni e le risposte fornite tempestivamente dalla stessa ai consiglieri interessati venissero minimamente rappresentate”.
Non solo, “tali affermazioni risultano non solo infondate, ma palesemente smentite dai documenti ufficiali e dai comunicati già trasmessi ben prima della trasmissione”.

Canesi esprime dunque “il più netto biasimo rispetto a tali atteggiamenti” e stigmatizza “fermamente le affermazioni rese” unendosi alla richiesta della società “affinché i consiglieri Verda e Marchesini (altro componente di Campione 2.0 Ndr) provvedano senza indugio a rettificare pubblicamente le dichiarazioni rese, per rispetto non solo della verità, ma anche dell’istituzione che rappresentano”.
Secondo Canesi “la lealtà verso la verità, il rispetto verso la comunità e la tutela del bene comune devono restare i cardini del nostro agire politico e amministrativo”. Canesi non intende “tollerare ulteriori comportamenti che travalichino i limiti della correttezza istituzionale” e “nel ribadire pieno sostegno alla Casa da gioco e ai suoi organi per l’operato trasparente e documentato” si riserva “ogni ulteriore iniziativa a tutela dell’onorabilità dell’ente, della sua partecipata e della cittadinanza tutta”.

LA REPLICA DI CAMPIONE 2.0 – La reazione di Campione 2.0 non si fa attendere ed è contenuta in una lettera indirizzata al sindaco, al direttore del Casinò Stefano Silvestri, a tutti i consiglieri comunali e al prefetto di Como. I due consiglieri di dicono “stupefatti” e ricordano che in trasmissione “il consigliere Verda ha solo ripreso la notizia di stampa di due quotidiani circa un presunto rapporto finanziario irregolare della casa da gioco“.
Il gruppo premette: “non provvederemo a nessuna rettifica e, invece, stigmatizziamo noi duramente lo scritto del dottor Roberto Canesi. Non spetta a lui decidere il perimetro entro il quale deve svolgersi l’azione amministrativa dei consiglieri d’opposizione”. Respingono poi al mittente “i lamentati danni d’immagine e pregiudizi per la casa da gioco”, puntualizzando che “l’evento di questi giorni con effetto negativo in tal senso, cioè le dimissioni del presidente del Casinò per causa d’una pesante indagine penale” è dipeso soltanto dal comportamento del sindaco.

“Infatti, sin dall’aprile scorso erano comparse numerose notizie di stampa attestanti che il presidente della casa da gioco era indagato e abbiamo allora promosso le opportune iniziative istituzionali chiedendo che il sindaco ne disponesse la revoca, da lui direttamente respinte senza la minima istruttoria, schermandosi dietro pretese valutazioni della maggioranza consiliare e del collegio sindacale della società”. Verda e Marchesini ritengono dunque che si sia “trascurato di assicurare che il casinò locale non venisse coinvolto -seppur al momento solo sul piano mediatico- in una scandalosa vicenda negativa di risonanza nazionale. E l’addebito al riguardo va rivolto non a noi, ma al sindaco, ai consiglieri di maggioranza e ai sindaci della società che l’hanno acriticamente sostenuto nell’improvvida omissione di controllo”.

Verda e Marchesini ribadiscono poi che “dalla lettura di articoli di stampa di tenore inequivocabile” emerge che “lo scandalo che ha coinvolto il presidente del casinò -al quale auguriamo di poter fare chiarezza ed essere liberato dalle accuse- si origina in territorio pavese” e che, essendo “noti a tutti, nella nostra comunità, i collegamenti di esponenti della politica locale che amministra il Comune con quel territorio e con alcuni suoi esponenti politici”, ce n’era “più che abbastanza per dover intervenire, come minoranza d’opposizione, per tentare di fare chiarezza. Il nostro tentativo in tal senso è avvenuto nelle sedi istituzionali (interrogazioni, mozioni), il che non ha nulla a che vedere con la trasmissione televisiva”.

Inoltre, “al contrario di quanto afferma la lettera del sindaco a cui rispondiamo, la società di gestione della casa da gioco si è ben guardata dall’assicurarci la chiesta chiarezza: nella lettera del direttore generale del 29 settembre non c’è nemmeno una parola circa i presunti bonifici dalle Bahamas e quella del 30 settembre (n° 329/2025) non ci è mai pervenuta, ne apprendiamo solo ora in quanto allegato al biasimo del sindaco”.
In ogni caso, le lettere del casinò e il comunicato stampa ora trasmessoci sono “insufficienti a tranquillizzare chiunque: non basta certo come smentita un’affermazione scritta a firma del direttore generale, quando è inequivocabile che noi avevamo chiesto di avere copia di tutta la documentazione a sostegno di quanto ci sarebbe stato risposto”.
In conclusione, Campione 2.0 si rivolge così al sindaco: “ovviamente si rivolga pure alla giustizia, se lo ritiene, querelandoci per le nostre dichiarazioni o iniziative, non abbiamo nulla da temere e anzi, sarebbe l’occasione buona per consentirci di provare la verità dei fatti, trattandosi di questioni che coinvolgono pubblici ufficiali”.

 

foto di Manuel Kovsca