Sala scommesse vicina a parrocchia, Tar respinge ricorso: ‘Non c’è effetto espulsivo’

Il Tar dell’Emilia Romagna ha respinto il ricorso di una sala scommesse, chiusa in quanto troppo vicina a un luogo sensibile.

 

Con una sentenza, il Tar dell’Emilia Romagna ha respinto il ricorso presentato dal titolare di una sala scommesse di Ravenna contro il provvedimento comunale di chiusura dell’attività in quanto si trovava a meno di 500 metri da una chiesa.
Secondo il ricorrente, “sarebbe concretamente impossibile procedere alla delocalizzazione di una sala scommesse nell’ambito del territorio urbanizzato nel Comune di Ravenna, stante la massiccia presenza di luoghi sensibili, l’esistenza di divieti e limitazioni di carattere urbanistico inseriti nel Regolamento urbanistico edilizio”.

Nella sentenza, il Tar ha però affermato che dalla verificazione effettuata è stato accertato che “gli ambiti del territorio comunale destinati ad ospitare le attività di gioco lecito ‘per conformazione di diritto (pianificazione e vincoli) e stato di fatto urbanistico, insediativo e ambientale […]’ sono idonei all’insediamento, tenuto conto sia di tale conformazione di diritto e di fatto sia del numero delle attività già in esercizio” e ha consentito di “escludere un effetto espulsivo, anche soltanto di fatto, delle attività in questione, consentendo sia l’installazione di nuove attività che la delocalizzazione di quelle esistenti”.;

Facendo riferimento a precedenti del Consiglio di Stato, infatti, “le aree disponibili all’interno del territorio comunale per l’insediamento delle attività del gioco di azzardo lecito ammontano a circa 170 ha e rappresentano il 2,6 percento del territorio urbanizzato”.

 

Foto di Ravenna di  Joshua Kettle su Unsplash