Campione 2.0: ‘Indagini su presidente Casinò, il sindaco faccia un passo indietro’

I consiglieri di Campione 2.0 Simone Verda e Gianluca Marchesini chiedono le dimissioni del sindaco Roberto Canesi dopo la notizia delle indagini a carico del presidente del Casinò Mario Venditti.

 

Non si placa la tempesta che si è abbattuta su Campione d’Italia a seguito della notizia dell’indagine aperta nei confronti del presidente del Casinò Mario Venditti, anche se per fatti precedenti ed estranei alla carica attuale e relativi al suo incarico come procuratore aggiunto di Pavia. Nei confronti di Venditti, è noto, le procure di Brescia e di Pavia stanno indagando dopo il ritrovamento di un foglietto, a casa dei genitori di Andrea Sempio, dal quale potrebbe evidenziarsi l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari, e dunque che il magistrato (ormai in pensione) abbia intascato dei soldi per chiedere l’archiviazione del giovane nell’ambito del delitto di Chiara Poggi per il quale è stato condannato Alberto Stasi.
Anche se ieri sera, 26 settembre, alla trasmissione Quarto grado di Rete Quattro Venditti ha assicurato al giornalista Gianluigi Nuzzi di non avere intascato soldi, la domanda principale che ci si pone a Campione d’Italia non è tanto relativa alle vicende giudiziarie, ma all’opportunità che in questo esplosivo contesto Venditti resti alla carica di presidente del Casinò per la quale, peraltro, è stato confermato dal Comune appena nel giugno scorso.
Da parte sua, il sindaco Roberto Canesi ha evidenziato l’estraneità della vicenda ai fatti campionesi, assicurando però che saranno fatte le valutazioni del caso, mentre il consigliere comunale d’opposizione (un tempo di maggioranza) Sergio Aureli ha chiesto all’amministrazione comunale di prendere “iniziative immediate”.

I consiglieri di Campione 2.0 Simone Verda e Gianluca Marchesini si spingono però oltre e, in una nota, credono “onestamente che, a questo punto, per il sindaco di Campione d’Italia Roberto Canesi la scelta obbligata sarebbe quella di fare subito un passo indietro, dimettendosi dalla carica: non vediamo infatti come potrebbe rimediare ai suoi errori che mettono in pericolo gravissimo tutta la cittadinanza”.
I due consiglieri non sono certo nuovi a esprimere preoccupazioni e richieste sul Casinò, anche in riferimento a questa vicenda penale nella quale non intendono “entrare nel merito”, lasciando “interamente alla magistratura di valutare nei tempi e nelle sedi deputate”.
Verda e Marchesini sottolineano e denunciano invece che, come consiglieri comunali d’opposizione, “già mesi fa avevamo chiesto con insistenza al sindaco e agli organi della società di gestione, in particolare al collegio sindacale presieduto dall’avvocato Oliviero Perni e composto anche da membri nominati da Ministeri, di intervenire e modificare la composizione del consiglio d’amministrazione della società stessa”.

Lo avevano fatto, spiegano, perché “lo Statuto della società non permette che la stessa sia amministrata da persone destinatarie di qualsivoglia contestazione, giudiziaria o meno, attinente ai requisiti di idoneità morale e, in quel momento, erano già di pubblico dominio notizie su simili contestazioni” a carico di Venditti.
Verda e Marchesini ricordano anche di avere esteso le loro istanze a tutte le autorità che “avrebbero potuto o dovuto intervenire”, ossia i due commissari al concordato Gianluca Minniti e Alessandro Danovi, e anche il giudice delegato al concordato Marco Mancini, ma “nessuno di costoro è minimamente intervenuto” ed è stato “completo” anche il silenzio dalla Prefettura di Como e del Ministero dell’Interno.

I due consiglieri stigmatizzano dunque che “la vicenda della nomina di Venditti alla guida della casa da gioco, peraltro nominato senza l’assunzione della prescritta delibera d’indirizzi del consiglio comunale, non ha suscitato la minima preoccupazione in queste autorità” e che le poche risposte ricevute siano state “sconfortanti: sia il sindaco (appoggiato dai suoi consiglieri di maggioranza) sia il collegio sindacale si sono rifiutati di considerare quanto denunciavamo e hanno esposto ai quattro venti, come falso scontato, che non ci fosse il minimo problema”.
Invece “oggi emerge incontestabilmente che il problema esisteva ed esiste e, in termini politici e amministrativi, è enorme e gravissimo. E ci domandiamo se le autorità che sino ad oggi hanno girato la testa dall’altra parte e ignorato le nostre istanze finalmente faranno qualcosa”.

I consiglieri di Campione 2.0 sostengono: “In sintesi, una società che gestisce gioco d’azzardo ed è in concordato preventivo per un default di molte decine di milioni è stata amministrata per lungo tempo da un soggetto privo dei requisiti di legge. Il socio unico, nella persona del sindaco Canesi non è intervenuto per sanare la situazione. Tutte le altre autorità se ne sono lavate le mani. ll rischio, adesso, è che tutto questo provochi un enorme danno ai creditori della società e alla comunità campionese”.

Ci sono dunque “tutte le condizioni per un intervento ministeriale diretto a rimuovere gli amministratori comunali. Ci sono i presupposti perché si indaghi in termini finanziari sulla gestione della casa da gioco sin qui avvenuta. C’è la prova che il collegio sindacale della società è stato quanto meno disinvolto e disattento nello svolgere i suoi compiti di controllore”, è l’affondo di Campione 2.0.

LE RICHIESTE DELLA FIAMMA TRICOLORE – Sulla questione prende nuovamente posizione anche la Fiamma tricolore di Como, che ha inviato una missiva al Viminale chiedendo “una verifica ministeriale urgente, anche mediante l’invio di ispettori o altri strumenti previsti dall’ordinamento, in ordine alla regolarità e opportunità della permanenza” di Venditti nella sua attuale funzione. Il segretario organizzativo comasco Carlo Russo, che ha annunciato anche la sua intenzione di candidarsi a sindaco di Campione, chiede inoltre al prefetto di Como di “farsi promotore presso gli organi competenti – e in particolare presso il sindaco di Campione d’Italia, Roberto Canesi – di un’attenta valutazione sull’impatto istituzionale e d’immagine che questa situazione sta generando, con la possibilità, se ritenuto necessario, di sollevare Venditti dall’incarico”. Russo chiede infine a Canesi “di chiarire pubblicamente quali siano gli intendimenti concreti che intende porre in essere di fronte alla gravità dei fatti riportati dagli organi di informazione, al fine di garantire trasparenza, decoro e rispetto delle istituzioni locali”.