Giocatori illegali non consapevoli, ricerca Agic-Luiss Business school: come tutelare gioco legale e consumatori

Slot, casinò e poker online: oltre 20 miliardi di euro giocati su siti illegali, senza coscienza dei rischi: i risultati della ricerca AGIC-Luiss Business school

 

“L’importo giocato su siti illegali è compreso tra i 20 e i 25 miliardi di euro, poco meno del 20% del mercato del gioco È un concorrente nascosto che mette in difficoltà le aziende che operano in concessione, sottrare risorse all’erario e danneggia direttamente e indirettamente gli stessi giocatori. Qualè il grado di consapevolezza di chi gioca su siti illegali? Chi sceglie consapevolmente di giocare su siti illegali? Perché lo fa?” Queste le domande alla base della ricerca Mercato legale e gioco pubblico: il ruolo dell’industria condotta da Prof. Alberto Pozzolo, professore ordinario di Economia politica, presentata mercoledì mattina da Agic – Confindustria (Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione) e Luiss Business School, all’Hotel Nazionale di Roma.

Se da un lato i dati evidenziano un settore in salute, tanto per raccolta quanto per vincite, erario, occupazione e numero di imprese (la crescita dell’occupazione è stata superiore alla media dell’economia), dall’altro accendono una spia d’allarme sul preoccupante fenomeno del gioco illegale che da quanto emerge investe soprattutto giovani e vulnerabili, spesso, in una totale inconsapevolezza del mercato fuori legge al quale ci si rivolge.

“Per capire come poter intervenire a tutela dei consumatori e in difesa del gioco legale – ha detto prof Pozzolo nel suo intervento – è importante capire soprattutto la consapevolezza che hanno i giocatori dell’esistenza del gioco illegale e nella capacità di riconoscere un gioco legale e abbiamo visto che il 14% delle persone che dice di giocare solo legalmente poi quando gli chiediamo dove gioca risponde indicando siti illegali. Occorre – sottolinea – contrastare gioco illegale non solo attraverso la repressione ma anche rendendo l’offerta lecita attrattiva. Occorre al tempo stesso tutelare i soggetti più deboli attraverso strumenti di prevenzione e protezione ma anche con percorsi di supporto psicologico. Sarebbe opportuno – chiosa – mantenere ed enfatizzare la dimensione ludica del gioco oltre a garantire equilibrio tra sostenibilità economica e sociale”.

La ricerca parte dai dati economici del gioco legale: nel 2024 la raccolta è stata pari a 153 miliardi di euro fatturato a 9,7 miliardi il gettito erariale a 11,3 millardi  la spesa complessiva per il gioco, al netto delle vincite, a 21 miliardi. La quota delle vincite sugli importi giocati dall’80% nell’ 2015 all’86% nel 2024. Non manca il dato sulle abitudini dei consumatori: la spesa per i giochi in denaro é circa il 2% dei consumi totali; “una componente bassa e stabile dei consumi complessivi, quindi ampiamente sostenibile, mentre rappresenta una componente rilevante della spesa ricreativa (60%).

Ma veniamo alla minaccia tracciata nella ricerca. Circa il 20 per cento dei giocatori – è emerso – gioca anche su piattaforme illegali. Ma una parte di questi giocatori non ne è consapevole. Chi dichiara di giocare illegalmente gioca più spesso a Slot e Vlt, casinò e poker online. Tra gli ‘amanti del rischio’ una considerevole platea si rivolge al gioco illegale (18%), più moderati i numeri di chi si definisce ‘ricreativo’ o ‘temerario’ (rispettivamente 11,7% e 12,6%). Gli amanti della variabilità ne sono meno attratti.

Il gioco illegale è più diffuso tra i giovani, in particolare la fascia tra 25 e 34 anni. Questo è considerato uno dei dati più preoccupanti. E a giocare su piattaforme illegali sono soprattutto i giocatori vulnerabili. Non esiste invece differenza per quanto riguarda gli importi giocati. Giocatori legali e illegali spendono cioè la stessa cifra.

Curioso l’aspetto legato alla motivazione per cui giocare illegalmente. Dalla ricerca emerge che ‘pagamento immediato’, ‘vincita facile’, ‘gioco semplice’, ‘vincite consistenti’ e ‘assenza di tasse’ sono le risposte più comuni. Ad ogni modo la mancata consapevolezza di rivolgersi a un mercato illegale è diffusa.

Tra i giocatori illegali quasi il 32% dichiara di aver verificato solo qualche volta, ma è considerevole la percentuale di coloro che dichiarano di non avere strumenti (‘Non saprei come fare’ 27%), mentre il 15,7% non si è posto il problema.

Il disinteresse alla verifica tuttavia sembrerebbe è più marcato tra coloro che giocano legalmente: abbraccia una fetta del 41,6% l’incidenza tra coloro che si sono dichiarati ‘disinteressati’ e quelli che ‘non ci hanno pensato’. Solo il 21.5% dei giocatori legali dichiara di verificare sempre. Tra quelli illegali la percentuale è pari a circa la metà.

Chi gioca illegalmente tuttavia, e questo è forse l’aspetto più preoccupante, non è consapevole dei danni, come invece dimostra di essere la platea dei giocatori legali che definisce il gioco illegale ‘lesivo per quello pubblico’ e ‘rischioso’, anche per la privacy.

Chiude la ricerca un pannello di azioni di politica economica e regolamentare che i promotori suggericono:

Contrastare il gioco illegale, non soltanto attraverso la repressione, ma anche rendendo l’offerta legale più attrattiva, e una maggiore cooperazione internazionale per monitorare le piattaforme online transfrontaliere; tutelare le fasce vulnerabili e rafforzare gli strumenti di prevenzione e protezione, attraverso l’adozione di strumenti digitali di autolimitazione, campagne di sensibilizzazione e servizi di supporto psicologico; valorizzare la dimensione ludica del gioco, creando un contesto sicuro e regolato che consenta di mantenere il piacere del gioco, limitando al contempo i rischi connessi agli eccessi e all’illegalità; garantire un equilibrio tra sostenibilità economica e responsabilità sociale, coniugando crescita e redditività con inclusione, trasparenza e responsabilità.