Il Consiglio di Stato del Ticino: ‘Professore Supsi del Cda Casinò Campione, incarico dichiarato e autorizzato’

Il presidente del Consiglio di Stato del Ticino risponde all’interrogazione della Lega sulla presenza di un professore della Supsi nel consiglio di amministrazione del Casinò di Campione d’Italia.

“L’attività è stata dichiarata e autorizzata secondo le procedure interne della Supsi previste per gli incarichi accessori.” Con queste parole il presidente del Consiglio di Stato del Ticino Norman Gobbi ha risposto all’interrogazione presentata dalla Lega (primo firmatario Omar Belli) in merito alla presenza di un professore della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana all’interno del consiglio di amministrazione del Casinò di Campione d’Italia (incarico peraltro confermato dopo il recente rinnovo dell’organismo).
I consiglieri leghisti si dicevano stupiti “non poco che un professore o professoressa della SupsiI (forse anche attivo/a nello stesso Dipartimento che si occupa di analizzare, studiare e proporre azioni per contrastare il gioco patologico nel nostro Cantone)”, sedesse nel Cda del Casinò.

Ma la risposta del CdS ticinese non sembra lasciare spazio alle polemiche di alcun tipo. Innanzitutto, “in base all’attuale assetto normativo e istituzionale, la Supsi gestisce in autonomia le eventuali attività accessorie del proprio personale, nel rispetto dei regolamenti interni e dei principi di trasparenza e compatibilità, senza obbligo di notifica al Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) o al Consiglio di Stato, che pertanto non erano a conoscenza della situazione specifica”.
Inoltre, “la persona che siede nel Cda del Casinò di Campione è attiva, invece, nell’area economica e non è in alcun modo coinvolta in progetti di studio del fenomeno del gioco patologico. Inoltre, il suo incarico nel Cda del Casinò di Campione riguarda esclusivamente aspetti tecnici legati al risanamento finanziario della struttura ed è privo di connessioni con la gestione operativa o promozionale del gioco. Pertanto, l’impegno notificato dal collaboratore con la sua occupazione nel Cda dell’ente in questione non è ritenuta in conflitto con le attività svolte all’interno della Supsi, poiché rispondente alla messa in esercizio delle proprie competenze in ambito economico-finanziario”.

La Supsi, chiarisce Gobbi, non ha intenzione di intervenire: “L’autorizzazione è stata concessa nel 2021, dopo valutazione congiunta tra la Direzione del Deass e la Direzione generale della Supsi. Il mandato è stato giudicato compatibile in termini di tempo e temi con l’attività accademica e privo di elementi di conflitto d’interesse. Come sottolineato in precedenza, il ruolo del collaboratore è limitato alla consulenza tecnica sul risanamento finanziario dell’ente” e dunque “dopo attenta valutazione della situazione, ritenuto quanto sopra esposto, non si ritiene necessario un intervento, poiché le procedure interne della Supsi sono state correttamente seguite e non sono noti eventuali ulteriori elementi di criticità”.